“Ha vissuto una vita piena ed ora è venuto a mancare per cause natural” Così hanno dato la notizia le persone più vicine all’ artista Christo che a 84 anni ha salutato questa terra dal proprio appartamento di New York.

Nato il 13 giugno del 1935, a Gabrovo in Bulgaria, l’artista era uno dei maggiori rappresentanti della Land Art e dei realizzatori di opere su grande scala.

Nel 1957 abbandonò la Bulgaria, prima per Praga e poi Vienna e quindi Ginevra. Nel 1958 andò a Parigi, dove incontrò Jeanne-Claude Denat de Guillebon, che fu il suo grande amore, sua moglie, ma anche partner nella creazione di opere d’arte.

I lavori di Christo e Jeanne Claude non erano semplicemente opere da ammirare, erano vere e proprie esperienze da vivere.

Christo e Jeanne-Claude hanno sempre desiderato che i loro lavori fossero proseguiti anche post mortem, infatti, ad esempio, l”L’Arc de Triomphe, Wrapped’ a Parigi, è in programma per il periodo 18 settembre-3 ottobre del 2021. Un’installazione, questa che era in programma per la Primavera, ma a causa del Covid -19 è stata spostata all’autunno del prossimo anno.

Serpentine Lake a Londra, giugno 2018, qui è comparsa “The London Mastaba”, opera ispirata alle tombe monumentali egizie e realizzata con oltre 7mila barili di petrolio.

Una delle sue installazioni più complesse e di difficile realizzazione è stata quella pensata per il fiume Arkansas, in Colorado

Christo impacchettava monumenti, dal Reichstaig nel 1995 a Berlino, alle Mura aureliane a Roma senza scodare il Pont Noeuf a Parigi.

La sua opera più importante in Italia è stata The Floating Piers sul lago d’Iseo

Le opere di Christo e Jeanne Claude avevano bisogno di parecchio tempo per essere progettate, costruite, ma soprattutto approvate.

Il progetto, The Gates  a cui Christo e Jeanne-Claude lavoravano dal 1979 ottenne il via libera nel 2005 quando fu eletto Michael Bloomberg sindaco di New York.  Fu febbraio il mese in cui video la luce,  perché, spiegò Christo, le porte “sono come una grande scultura, e febbraio è il mese in cui a New York nessun albero ha più foglie. C’è un sole bello, basso e debole, e il colore grigio degli alberi conferisce al parco una monocromia d’argento”.

Quasi 26 anni di preparazione, per “un un’opera d’arte, gioia e bellezza”  spiegò Jeanne-Claude nella conferenza stampa di presentazione dell’opera. “The Gates sono soltanto un’opera d’arte, senza argomento, senza simboli, senza messaggi. Soltanto un’opera d’arte pubblica – aggiunse – in un luogo pubblico, che non verrà riprodotta, mai…”

Il 2020 ci ha portato via questo geniale artista di cui ci rimarranno per sempre però, le immagini spettacolari.

Silvia GALLI