Un esperimento che ha fatto riflettere, e dovrebbe far riflettere anche noi, che pensiamo di aver superato pregiudizi e stereotipi che riguardano il mondo femminile.

Ad alcune giovani donne, all’apparenza moderne e al passo coi tempi, è stato chiesto di compiere alcuni gesti quotidiani “come li farebbe una ragazza”. E’ stato chiesto di correre, far finta di combattere o di lanciare un oggetto. Azioni semplici, che tutti, maschi e femmine, sappiamo fare, indipendentemente dal risultato finale.

Ma, a stupire è stato come queste donne li hanno mimati: movimenti scombinati, deboli, svogliati, come se le ragazze non sapessero correre o non fossero interessate a dimostrare ciò che sanno e possono fare. E, soprattutto, come se fare le cose “come una ragazza” avesse un significato negativo.

Poi, le stesse domande sono state fatte a ragazzine di 10-12 anni e loro, senza pensarci neanche un momento, si sono messe a correre nel modo più efficace possibile, come se davvero stessero gareggiando, e hanno anche tentato di lanciare un oggetto immaginario più lontano di quanto riuscissero.

Cosa significa questo? Semplicemente che una ragazzina di dieci anni ha ancora una percezione di sé “sana”, poiché è davvero convinta che correre come una ragazza significhi “correre più veloce che puoi” e non sgambettare facendo mosse e moine improbabili.
E dunque, cosa succede man mano che si cresce? Semplice ancora una volta: ci si scontra con antichissimi pregiudizi che ci vogliono delicate, schizzinose e capricciose, come se lo sport non fosse cosa che ci riguarda.

Da mamma di una dodicenne, posso affermare che non è affatto così: mia figlia corre, e veloce anche, fa sport regolarmente e non si sognerebbe mai di sentirsi inferiore ai suoi coetanei maschi per il solo fatto di essere una ragazza.
Quando c’è da lottare, lotta, quando c’è da farsi valere non si tira indietro. Ciò che lei ha dentro di sé è una consapevolezza delle sue capacità che le permette di vivere la competizione senza doverla esibire, senza ostentare o sbeffeggiare l’avversario.

Mi chiedo, da mamma ma anche da donna, a che età queste certezze si sgretolano? E per mano di chi? Se, infatti, le giovani donne interpellate hanno mostrato atteggiamenti diversissimi rispetto alle ragazzine che erano solo pochi anni fa, cosa è successo durante il cammino?

Ma la risposta è facile, perché tutto arriva dai media, dai film, dai social network, dove le donne sono quelle che, perennemente a dieta, disdegnano le abbuffate, odiano sporcarsi le costosissime scarpe tacco 12, detestano la pioggia che scompiglia loro i capelli.
Ma siamo davvero così? E, se lo siamo, è per paura di non piacere più, se l’impalcatura che ci siamo create crolla? Questa convinzione è solo nostra, spesso gli uomini se ne fregano se abbiamo i capelli arruffati o le scarpe infangate, anzi, se non siamo perfette piacciamo di più, perché più autentiche e più rilassate.

Messe di fronte al fatto compiuto, le donne protagoniste del video si sono rese conto che il loro atteggiamento avrebbe potuto seriamente danneggiare una bambina che le avesse viste, perché avrebbe pensato di non essere all’altezza, o di essere sbagliata. Crescere è complicato, e gli esempi che arrivano dagli adulti sono fondamentali, per affrancare e rinforzare il proprio carattere.

C’è una cosa sola che noi donne dobbiamo fare: salvaguardare la percezione che le ragazze hanno di sé, mentre si preparano ad affrontare la vita, dando loro gli strumenti per affrontarla e facendo loro capire che possono arrivare dovunque, se davvero lo desiderano.
Correndo più veloci che possono.

Vera MORETTI