Fino al 20 settembre 2015, Merano Arte presenta una selezione di opere di due tra le più importanti esponenti femminili dell’arte contemporanea: Francesca Woodman (1958–1981) e Birgit Jürgenssen (1949-2003). L’esposizione, a cura di Gabriele Schor e in collaborazione con la collezione Verbund di Vienna rivela la volontà del polo artistico bolzanino di raccontare la fotografia contemporanea.

Dopo le personali dedicate negli scorsi anni a grandi maestri internazionali quali Man Ray, Boris Mikhailov, Urs Lüthi, Eliott Erwitt, Ugo Mulas e Cindy Sherman, gli spazi di Merano Arte accostano l’opera di due grandi artiste venute a mancare repentinamente, a soli 22 anni nel caso della Woodman, a 54 anni in quello della Jürgenssen.

unnamed2Le loro opere, oltre che a livello estetico e concettuale, dialogano felicemente anche in senso storico, poiché rappresentano due degli esempi più alti dell’arte femminile degli anni Settanta.

Entrambe hanno infatti utilizzato il proprio corpo come strumento formale per interrogare e mettere in discussione il proprio essere e la propria identità.
Birgit Jürgenssen ha sempre manifestato un’inclinazione dichiaratamente femminista, mentre le opere di Francesca Woodman sono state interpretate in quanto tali da una lettura critica più recente.

Mosse da un’urgenza espressiva che le ha spinte a sperimentare mettendosi in gioco e ritraendosi in prima persona, spesso nude, altre volte travestite, le due artiste hanno interrogato i tratti più reconditi della psiche umana, tentando di cogliere non una testimonianza “esterna”, ma di rendere visibile uno stato d’animo complesso e tutto interiore, dalla forza e delicatezza tipicamente femminile.

La rassegna a Merano Arte propone una serie di fotografie in versione originale, in bianco e nero, ma anche alcune rare diapositive a colori e un video, che approfondiranno la poesia e l’ambito metaforico che caratterizza il singolare linguaggio espressivo dell’artista americana.

Francesca Woodman ha utilizzato il proprio corpo come strumento e contemporaneamente come oggetto, includendolo in una messa in scena attentamente studiata, dove le leggi della geometria sembrano non valere più. L’inquadratura coglie una scena orchestrata mediante l’utilizzo di oggetti da posa che raccontano suggestioni sospese, accadimenti dai tratti surreali.

Birgit Jürgenssen, una delle più importanti esponenti dell’avanguardia femminista degli anni Settanta, ha lasciato un corpus davvero eterogeneo e complesso. Le circa 3.000 opere realizzate dall’autrice austriaca nel corso della sua vita comprendono stampe, disegni, acquerelli, collage, dipinti, fotografie e sculture, lavori custoditi, come quelle di Francesca Woodman, da alcuni tra i più importanti musei del mondo, tra i quali il MoMa di New York. Le sue creazioni esplorano un corpo femminile che appare mascherato, frammentato, antropomorfo, riflettono con ironia e spirito surrealista sugli stereotipi sessuali e di genere, sui pregiudizi e malintesi della vita quotidiana.

Maggiori info su: www.kunstmeranoarte.org
27 giugno – 20 settembre 2015
10.00 – 18.00, lunedì chiuso