Abbiamo imparato a conoscere la Regina Elisabetta II dai media. Dalle testate scandalistiche quando, suo malgrado, di lei si è parlato in merito alla tormentata relazione tra il Principe Carlo e Lady Diana. Dai tabloid inglesi che hanno scandagliato il rapporto che la legava alla Principessa del Galles, definito tormentato e turbolento. Abbiamo imparato a conoscerla dalle riviste di moda che hanno ampiamente scannerizzato i suoi look, fatti di tailleur caleidoscopici, cappottini lady like, cappelli e scarpe con mezzo tacco. Abbiamo letto di lei recentemente sui quotidiani di tutto il mondo, quando la si è celebrata, a 96 anni compiuti, come la Regina d’Inghilterra in assoluto più longeva. E in quest’anno, che si festeggia il Giubileo di Platino, impareremo a conoscerla da un punto di vista più intimo e personale, grazie al documentario Elizabeth A Portrait in Parts.

Elizabeth A Portrait in Parts, un docufilm diretto da Roger Michell

Diretto da Roger Michell, il compianto regista di Notting Hill, scomparso subito dopo avere completato il documentario, Elizabeth A Portrait in Parts è un docufilm incentrato sulla vita della regina dei record, che intende mettere in luce il suo profilo più privato. Non dunque un documentario nello stretto senso del termine, bensì un omaggio affettuoso del regista alla donna Elisabetta, prima che alla regina Elisabetta II.

Un racconto intimo e profondo

Elizabeth A Portrait in Parts delinea il profilo più nascosto e profondo della monarca, passando in rassegna i decenni, a partire dal periodo d’infanzia della sovrana, negli Anni ’30, fino ad arrivare ai giorni nostri. Roger Michell ha passato in rassegna, visionato e analizzato in maniera certosina – insieme ai suoi collaboratori Kevin Loader e Joanna Crickmayfilmati inediti, foto, documenti, video amatoriali e dietro le quinte della sua vita, alla ricerca del vero volto della sovrana diventata un’icona culturale.

Elizabeth A Portrait in Parts: una narrazione imparziale

La peculiarità di Elizabeth A Portrait in Parts è l’assenza di voce narrante. Il racconto della vita e del regno della Regina d’Inghilterra viene fuori in maniera del tutto imparziale, grazie anche alla testimonianza di coloro che hanno avuto modo di conoscerla, rendendocela più vicina, meno algida e imperturbabile di quanto siamo abituati ad immaginarla. Suddiviso in capitoli, il docufilm racconta attraverso dettagli, scorci e parole, gli eventi più importanti della sua vita, procedendo per temi: la nascita e il coronamento dell’amore con Filippo nel capitolo Love Story, il mix dei suoi ben noti discorsi ufficiali in The Queen’s Speech, la sua passione per i cavalli nel capitolo In the saddle, l’anno difficile con Diana e l’incendio del 1992 che lasciò segni di distruzione sul castello di Windsor in Horribilis. E poi ancora la sua esperienza di Regina madre in Mummy o il compito difficile di indossare una corona in Heavy is the Head.

Adolescenza

Sono presenti anche frame della sua giovinezza, mentre gioca con la sorella Margaret, immagini successive all’Incoronazione, quando dopo aver perso il padre, appare radiosa e nel contempo addolorata per la morte dell’amato padre e terrorizzata per il difficile compito che l’aspetta. Non mancano poi momenti della sua adolescenza nei quali balla serena, priva ancora degli obblighi che una corona comporta, come ogni ragazza a quell’età.

Elizabeth A Portrait in Parts: Lilibet prima di Elisabetta II

Insomma, Elizabeth A Portrait in Parts sarà in grado di farci commuovere, di farci sorridere e di riflettere e di rivelarci aspetti di Lilibetil (come viene chiamata sin dalla sua infanzia) che finora solo i più attenti sono stati in grado di cogliere. Il docu-film evento sarà nelle sale cinematografiche fino a oggi, 18 maggio. Perderselo sarebbe oltraggio alla corona.

P.P.

(credit ph. @luckyred)