Ha aperto i battenti a New York, presso la Unix Gallery (532 W 24th St. New York, NY) la mostra, anche se definirla mostra è alquanto riduttivo,  Foodhist Temple di un artista eclettico ed anticonformista quale è Peter Anton.

Anton è uno scultore statunitense, nato nel 1963 a New Haven nel Connecticut dove vive tuttora, noto per le sue opere che ruotano attorno ad un unico argomento il cibo, con una speciale attenzione a dolci e cioccolatini, tanto che la critica lo definisce scherzosamente “Candy Warhol”. 

In questi giorni la Unix Gallery ha allestito Foodhist Temple, costruita come un tempio buddista, tanto che si può entrare solo scalzi, una mostra santuario che esalta alcune leccornie particolarmente gradite all’autore.  “Il tempio è un luogo di meditazione, di pace e felicità – un santuario dedicato alla celebrazione del cibo e la vita” dice Anton, la cui opera  “Larger-than -Life”  riesce a miscelare sapientemente dolci deliziosi e cibi salati che sono visualizzati come in vari altari nelle diverse stanze nella galleria; sul pavimento sono posizionati cuscini e tappeti sui quali i visitatori potranno rilassarsi per apprezzare le opere e riflettere sull’importanza del cibo nella quotidianità. “Con colori e forme esagerate accresciute, il mio lavoro promette l’irraggiungibile nella vita: la soddisfazione finale. Il cibo evoca un senso di benessere ed è una parte importante dei ricordi speciali della nostra vita. Mi piace creare un tipo di arte che può attirare, affascinare, stuzzicare, addirittura disarmare e sorprendere. La natura sensuale delle opere riesce a suscitare desiderio, passione, ossessione, e indulgenza.“, chiosa Anton.

Le sue sculture sono realizzate in materiali accuratamente selezionati tra cui resina, metallo, legno, argilla, acrilici e colori ad olio che rendono ancora più “golose” ed attraenti le opere esposte. 

Vedendo le immagine del “Tempio Foodista” si capisce quanto New York sia sempre un passo avanti anche su un argomento come il cibo sul quale noi italiani dovremmo essere i veri esperti.

Silvia GALLI

Photo credits: Raffaella Cardinali

 

 

 

 

 

 

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