Alzi la mano chi non ha mai alzato gli occhi, in strada, complice il buio, e guardato dentro le finestre illuminate dei palazzi.

Nessuno è esente da questo innocente voyerismo che, nelle città del nord Europa è reso più facile dalla mancanza di tende mentre da noi è spesso solo intuito, ma pochi, pochissimi, lo ammettono.

Gail Albert Halaban è una fotografa americana, classe 1970 che di questa passione per le case, ma soprattutto la vita altrui, ne ha fatto un arte.

La serie, Out Of My Window, che ha realizzato a New York, nel 2009, per esempio, è una raccolta di immagini scattate ai suoi vicini di casa, si tratta di scatti che catturano spaccati di vita domestica, possiamo dire, anzi l’ha già detto l’Huffington Post (versione americana ovviamente) che gli scatti della Halaban sono una versione moderna delle tele di Edward Hopper, i soggetti ignari della macchina fotografica, conducono la propria vita quotidiana. Larga parte del pubblico ha criticato la fotografa, non tanto per la qualità degli scatti, quanto piuttosto per la legittimità a violare la fortezza inespugnabile che dovrebbe essere la propria casa tanto che la Halaban ha dovuto ammettere che spesso i soggetti coinvolti non solo sono consenzienti, ma sono collaboratori e gli appartamenti vengano illuminati appositamente. Inoltre tecnicamente, anche quando gli scatti sono “rubati” lei sceglie di non usare teleobiettivi, anzi preferisce lunghezze focali che riproducano una visione analoga a quella che si ha guardando da una finestra.

Forte del successo newyorkese Gail Albert Halaban ha pubblicato poche settimane fa un altro libro intitolato Paris View : una raccolta di fotografie che raccontano gli interni degli studiò del Marais o degli attici prestigiosi di Place de la Republique

Per guardare nelle case degli altri, la fotografa, questa volta si è spostata in Europa dove, difficile a credersi, ha incontrato molto più ostruzionismo, pochi hanno ammesso di guardare nelle finestre altrui e ancor meno si sono lasciati ritrarre. Intervistata su quali fossero i segreti nascosti nelle case dei francesi, senza indugi la fotografa ha ammesso che non ce ne sono, anzi che le persone, al di là o al di qua dell’Oceano hanno più cose in comune di quanto non si creda, l’unica vera differenza, ha dichiarato, “A New York le persone riconoscono di guardare nelle finestre dei loro vicini. A Parigi questo non è accettabile.”

Il prossimo volume, a quanto sembra spierà le abitudini del nostro Bel Paese… si salvi chi può.

 Silvia GALLI