Con Marella Agnelli finisce un’epoca, l’epoca della dolce vita, del jet set, dell’aristocratico distacco, dell’unica vera famiglia reale italiana: la famiglia Agnelli.

Protagonisti della scena industriale e mondana per tutto i 900 gli Agnelli sono stati spesso  paragonati ai Kennedy e, ahinoi, come iKennedy hanno vissuto, oltre ai favolosi sfarzi, anche innumerevoli ed inconsolabili lutti.

Donna Marella Caracciolo di Castagneto, sposata all’Avvocato- Agnelli – ca va sans dire- è mancata sabato 23 febbraio all’età di quasi 92 anni nella sua dimora torinese, la famosa Villa Frescot.

Di lei si sa solo quello che lei ha voluto far sapere, vissuta in un’epoca in cui i social media non erano nemmeno immaginabili, ha potuto mostrare al mondo solo la propria veste pubblica scegliendo e centellinando immagini e pensieri come si confà ad una vera donna di classe.

Nata a Firenze, ha studiato in Svizzera, ma anche a Parigi e a New York dove, dopo aver mosso i primi passi come modella, annoiata dalle lunghe pose, ha preferito passare dietro alla macchina fotografica diventando collaboratore di Vogue.

E’ stata definita dai rotocalchi la Jackie Kennedy italiana, non solo perché della first lady era amica, ma anche perché, come lei, aveva un’eleganza innata fatta di semplicità, di mocassini flat e semplici pantaloni bianchi, di camicie o polo che, come unico vezzo avevano il collo alzato.

Il suo taglio di capelli corto ha fatto epoca così come il rossetto rosso, sì, ma mai troppo vivace e il viso, segnato dai dolori, ma anche dagli agi, che non ha mai portato i segni di botulino o interventi estetici.

” L’età esiste, va avanti, non si può fermare e allora buon viso a cattivo gioco. Rincorrerla diventa ridicolo, vestirsi come le figlie adolescenti crea confusione, cambiare fisionomia a suon di botulino alterante è patetico, ma stare in armonia con se stesse e fare di tutto per star bene esteticamente, è un dovere”. 

In questa sua definizione sta tutta la sua raffinata classe, e si capisce perché l’amico Truman Capote l’abbia definita l’ultimo cigno o Andy Warhol l’abbia ritratta in una famosa serigrafia, con il magione a collo alto o ancora, Richard Avedon ne abbia fatto una delle sue muse preferite.

Del suo stile possiamo dire che, la di là degli abiti da gran sera firmati Christian DiorCristobal BalenciagaHubert de GivenchyValentinoCourrèges e Federico Forquet prima, lei amava lo stile semplice. Il bianco era il suo colore preferito, portato con nonchalance sia in estate sia in inverno , sotto le pellicce più preziose o al mare in tessuti leggerissimi ed impalpabili.

Amava molto le collane e due su tutte l’hanno accompagnata nella vita: una lunga collana di rubini acquistata in India, preziosissima, che portava sia a torchon sia lunga sugli abiti più importanti, ed una a mezza lunghezza di perle degradè fatte interamente in brillanti. Elegantissime, entrambe, forse soprattutto perché portate da sole, senza altri inutili orpelli.

Silvia GALLI