Basta stereotipi e retorica delle feste comandate. Ma soprattutto basta parlare di diritti delle donne e disuguaglianze un solo giorno l’anno, facendo dell’8 marzo un anniversario che le donne per prime amano molto poco“, commenta a Mashable Italia Carolina de’ Castiglioni, autrice di Matriarchy, cortometraggio realizzato per la Giornata internazionale della Donna.

Matriarchy

Matriarchy vuole essere un modo per dire basta alla retorica delle feste comandate, al fatto che di disuguaglianze si parli soprattutto in occasione di quella che viene erroneamente chiamata “festa delle donne”. Ed è proprio per questo motivo che decidiamo di parlarvi di questo intenso lavoro, proprio all’indomani della Giornata internazionale della Donna. Appunto perché sentiamo l’esigenza di uscire da questa retorica del festeggiamento. Retorica che, pur non volendo, non fa altro che sottolineare quanto le parole siano vuote di significato se non vengono seguite dai fatte. Quanto le feste comandate siano vuoti di significato se non cambiano lo stato delle cose attuale. Quanto i mazzi di mimosa siano inutili se rimangono strategia di marketing.

Umorismo e paradosso

Matriarchy, prodotto da Mama Chat, associazione no profit che presta assistenza psicologica online a donne e ragazzi, potrebbe sembrare l’ennesimo racconto sulle disuguaglianze di genere. Eppure riesce, attraverso un linguaggio nuovo per il tema, quello della comicità, e usando la tecnica del paradosso, a fare riflettere come pochi altri lavori sono riusciti a fare. Il corto della de’ Castiglioni sottolinea ironicamente temi legati ai diritti delle donne e al loro ruolo nella società, alle diseguaglianze che le donne e le ragazze sentono bruciare sulla loro pelle sin da bambine.

Matriarchy, un cortometraggio al contrario

Manifesto contro gli stereotipi che tendono ancora ad etichettare le donne, Matriarchy usa la provocazione, raccontando un mondo capovolto in cui sono le donne ad avere una posizione privilegiata. A essere discriminati sono, quindi, gli uomini. A subire battute sessiste sono gli uomini. La “Festa della donna” scompare a favore della “Festa dell’uomo”. I dialoghi usano la forza dell’umorismo – inteso alla Pirandelliana maniera – più che della comicità, aiutando a riflettere. Protagonisti e interpreti di Matriarchy sono Carolina de’ Castiglioni, Cecilia Dazzi, Jane Alexander, Valentina Melis e Pier Luca Mariti.

P.P.

(Credit ph. @lamelisvalentina)