Ormai l’attesa sta per finire e finalmente domani notte sapremo chi avrà vinto gli Oscar, a partire dal miglior film dell’anno, fino ad arrivare al miglior regista, passando, ovviamente, per i migliori attori, protagonisti e non.

Inutile nasconderlo, quest’anno più che mai i riflettori, e le aspettative, saranno tutte per Leonardo Di Caprio che, dopo quattro nomination andate a vuoto, è il favoritissimo di questa edizione, grazie alla sua interpretazione nel film The Revenant.

A dirla tutta, se negli anni passati Leo ci era rimasto male, ha celato benissimo la delusione, dimostrando ancora una volta, se mai ce ne fosse bisogno, di essere un grande attore. Quando veniva annunciato il nome del vincitore, infatti, applaudiva entusiasta e senza esitazione alcuna.
Ma, nel frattempo, ne è passata di acqua sotto i ponti e il Purgatorio, per lui, dopo l’interpretazione di Jack Dawson nel polpettone Titanic, dovrebbe essere finito. Kate Winslet è stata “perdonata” molto tempo fa, ora dovrebbe proprio arrivare il suo turno, e per due validissimi motivi: il personaggio di Jack vive ancora nei nostri cuori di inguaribili romantiche e, per dirla tutta, Di Caprio l’Oscar se lo merita davvero, considerando che, nel suo palmares, mancano all’appello almeno altre quattro nomination, per The Departed, Gangs of New York, Prova a prendermi e Django Unchained.

Degli altri candidati questa volta non si ha quasi notizia, come se fossero delle mere comparse, nonostante siano protagonisti di interpretazioni sublimi: vogliamo parlare di Eddie Redmayne, meraviglioso in The Danish Girl? Contro di lui c’è l’Oscar vinto solo l’anno scorso per La teoria del tutto: difficilmente la giuria dell’Academy voterà ancora lui a così breve distanza.
Nel quintetto ci sono anche Michael Fassbender, bravissimo nella parte di Steve Jobs, film che però non ha avuto il successo sperato, Bryan Cranston per Trumbo e Matt Damon per The Martian, entrambi senza speranza.

The Revenant torna anche nelle categorie miglior film, dove dovrebbe spuntarla, benché quest’anno nella rosa dei candidati ci siano otto pellicole e non le solite cinque, ma il film che dovrebbe vedere il trionfo di Leonardo Di Caprio è quello che ha ricevuto il maggior numero di nomination complessive, ben 12, e per questo non ci sarebbe storia, nonostante la presenza di gran bei film quali La grande scommessa e Il caso Soptlight, che potrebbero dare un po’ di filo da torcere al favorito, oltre a Il ponte delle spie, Brooklyn, Mad Max: Fury Road, The Martian e Room.

Tra i registi, invece, c’è più incertezza, poiché per tutto gennaio il gran favorito sembrava essere George Miller che, con il suo Mad Max: Fury Road aveva convinto tutti, pubblico e critica, oltre ad aver vinto premi importanti. Ma poi a febbraio c’è stato un cambio di rotta e i favori pare che siano dalla parte di Alejandro G. Iñárritu, ovvero il regista di The Revenant.
Iñárritu ha vinto il DGA Award, il premio del sindacato dei registi, e spiega FiveThirtyEight che “se hai un dubbio sugli Oscar, guarda ai DGA”. Se così fosse, sarebbe il primo regista dal 1950 a vincere due premi per la miglior regia in due anni consecutivi, poiché l’ha vinto anche l’anno scorso con Birdman.

Gli altri nominati? Per onor della cronaca sono Tom McCarthy, Spotlight; Adam McKay, The Big Short; Lanny Abrahamson, Room.

Tra le donne, fino a poche settimane fa si pensava ad una corsa a tre fino alla fine, che vedeva come protagoniste Saoirse Ronan per Brooklyn, Brie Larson per Room e la solita Cate Blanchett per Carol ma, ad oggi, non si fa che parlare di Larson, 26 anni alla prima nomination, poiché in questi mesi ha vinto sei premi su sette come miglior attrice, compreso il famigerato Golden Globe, che, come tutti sanno, spesso fa da apripista verso la corsa all’Oscar.
Le altre candidate sono Jennifer Lawrence per Joy e Charlotte Rampling per 45 Years.

Tra i non protagonisti, a stupire è la candidatura di Sylvester Stallone, che tra l’altro rischia anche di vincere per la sua interpretazione in Creed. In realtà non si tratta di una vittoria annunciata perché non c’è un divario netto con gli altri candidati. In questo caso dalla busta potrebbe davvero uscire il nome di chiunque.
Dalla sua Stallone ha il fatto di non aver mai vinto l’Oscar, e non ci stupiamo, vista la sua filmografia, e la sua vittoria ai Golden Globe. Ma, d’altro canto, non è stano nemmeno nominato ai BAFTA e ai SAG, e questo non gioca certo a suo favore.

Vincitore ai BAFTA è stato Mark Rylance per Il ponte delle spie, che però non ha brillato in nessuno degli altri premi, mentre gli altri possibili vincitori sono tutti incerti…a pari merito e di tutto rispetto, poiché si tratta di Tom Hardy per The Revenant, Mark Ruffalo per Il caso Spotlight e Christian Bale per The Big Short.

Anche tra le migliori attrici non protagoniste c’è ancora qualche incertezza, con Alicia Vikander, interprete di The Danish Girl, un passo più avanti rispetto alle “rivali”, che sono Rooney Mara per Carol, Kate Winslet per Steve Jobs, Rachel McAdams per Il caso Spotlight e Jennifer Jason Leigh per The Hateful Eight.
In questa cinquina, Vikander a parte, ci sono buone chance per la solita apprezzatissima Kate Winslet e l’astro nascente Rooney Mara ma, se si dovesse considerare il tempo che le attrici sono presenti sullo schermo, si tratterebbe di un duello tra Alicia Vikander e Rooney Mara che, rispettivamente in The Danish Girl e in Carol, non sono da meno rispetto ai protagonisti che affiancano, ovvero Redmayne e Blanchett.
Staremo a vedere se l’Academy vorrà premiare, oltre all’interpretazione, anche i minuti passati in scena.

Per quanto riguarda gli altri premi, citiamo Inside Out come miglior film d’animazione, strafavorito quasi quanto Leonardo Di Caprio, e Il caso Spotlight e L grande scommessa per le sceneggiature, originale e non.

Tra gli italiani, c’è il grande Ennio Morricone, in corsa per la miglior colonna sonora originale. Non avendo mai vinto un Oscar, ed essendo autore di musiche entrate a far parte della storia cinematografica, se lo meriterebbe eccome!

Ed ora non ci resta che aspettare di sentire, ancora una volta, la fatidica frase: “And the Oscar goes to…

Vera MORETTI