Benché non se ne parli, perché, ahimè, anche se siamo nel Terzo Millennio è ancora considerato un tabù, sono sempre di più le donne italiane che amano i film a luci rosse e che si dimostrano curiose nei confronti di una filmografia sempre più attenta alle esigenze femminili, anche quando si tratta di sesso.

A questo proposito, vogliamo parlarvi di un cortometraggio appena proiettato in prima visione a Roma, per la regia di Monica Strambini. Si chiama Queen Kong ed è un primo corto che fa parte del progetto Le Ragazze del Porno, inventato quattro anni fa da Tiziana Lo Porto.

Anche se in Italia era alla prima proiezione, questo film breve ma molto intenso ed esplicito si è fatto conoscere già oltreoceano, dove ha vinto il Queens Festival di New York, ammaliando il direttore artistico Don Cato, il quale ha dichiarato: “È un corto molto elegante e ben fatto. La maestria, la storia, il concetto vanno tutti presi molto seriamente. Inoltre, è anche diabolicamente esplicito e questo è il bonus! Il nostro pubblico di mezzanotte l’ha amato, quindi tenete d’occhio questa donna, ha solo cominciato”.

Perchè il titolo Queen Kong? Nella storia iniziale, la protagonista doveva essere una donna gorilla, che poi è stata ripensata e reinventata come trasformazione da donna elegante e raffinata, interpretata da Janina Rudeska, ad un essere selvaggio munito di coda, una sorprendente Valentina Nappi, che, in una notte tenebrosa, possiede un uomo, Luca Lionello, prende da lui ciò che voleva, e poi lo abbandona nel bosco, non senza canzonarlo, per non tornare più.

Di ironia ce n’è tanta, ma il sesso rimane il fulcro del film, condito da una spruzzata di thriller, il tutto non senza intelligenza ed eleganza, perché l’obiettivo, di Tiziana Lo Porto ma anche di Monica Strambini, era di “fare qualcosa che in Italia mancava ma esiste in tutto il resto del mondo. Insomma, anche un po’ per motivi politici, per rompere la censura sul nudo e sulla sessualità femminile”.

Già, questo è il nocciolo della questione: passano i decenni ma ancora si è restii a pensare che una donna possa essere interessata al sesso e ai porno film senza che sia giudicata una poco di buono. E invece, anche le donne pensano al sesso, anche alle donne piace fare sesso, sì, anche quello fine a sé stesso, anche quello di “una botta e via”.
E perché non dovrebbe? Considerando che il sesso è uno dei piaceri della vita, non hanno il diritto di goderne anche le donne, oltre agli uomini? E, in mancanza di un partner, anche uno occasionale può andare bene, se va bene alla donna. Senza scandalizzarci, senza alzare gli occhi al cielo o sgranare rosari!

Noi crediamo che Queen Kong possa rappresentare un punto di svolta, perché non si tratta di un porno al femminile, quindi soft, ma, al contrario, sfacciato e fantasioso, oltre che artistico ed intelligente, come molte donne sanno essere.

Ma, come sempre, il primo passo dobbiamo farlo noi donne. Basta giustificarci se ammettiamo di amare il sesso, basta guardare film porno di nascosto, liberiamoci da stereotipi e preconcetti che ancora oggi ci tengono imprigionate nell’idea di donna angelicata o di angelo del focolare.
Anche il porno sta diventando un terreno fertile per la nostra creatività e per far conoscere la nostra vera sessualità, quindi ben venga, indipendentemente se piaccia o no. L’importante è che nessuno giudichi chi lo guarda o chi lo fa, e che nessuno si senta in colpa per questo.

Vera MORETTI