Proprio come la moda e la bellezza, i nutrizionisti affermano che le tendenze alimentari stanno cambiando in meglio, e mentre ci evolviamo, dovrebbero farlo anche le nostre abitudini alimentari.

Negli anni ’50, abbinare la quantità giornaliera di carne rossa a una patata e accompagnarla con un bicchiere di latte era considerato lo standard di salute. La piramide alimentare e la dieta americana standard (SAD) hanno bisogno di una revisione per riflettere i risultati scientifici.

Ecco alcune regole che bisogna, se non cambiare, almeno rivedere.

 mangiare cinque  diversi vegetali al giorno.

Può essere un buon punto di partenza, ma essendo noi creature abitudinarie è facile entrare in una routine alimentare. La nuova regola mira ad apportare  30 diversi tipi di vegetali a settimana. Devono essere cercate varietà in tutti i gruppi di alimenti vegetali: frutta, verdura, cereali integrali, legumi, noci e semi, erbe e spezie. E’ stato dimostrato che e persone che mangiavano almeno 30 diverse varietà di vegetali in una settimana avevano più varietà di  microbi intestinali  rispetto alle persone che ne mangiavano meno di 10. E più ce ne sono, meglio è.

disintossicarsi per ripulire il sistema

La parola disintossicazione è stata usata come parola d’ordine per indicare una pulizia profonda. Ma reni e fegato, i principali organi disintossicanti, stanno bene senza costose diete a base di succhi o pulizie del colon poco raccomandabili. Una drastica riduzione dell’assunzione di cibo è stata associata all’indebolimento del sistema immunitario . Per la maggior parte delle persone, una dieta da 1200 calorie non è sufficiente. La nuova regola è optare per cibi integrali.

attenersi alla piramide alimentare

Gli esperti sottolineano che la piramide alimentare standard non è sempre facile da tradurre in organizzazione dei pasti. E non è sempre valida.

Oggi si indica MyPlate , un metodo aggiornato raccomandato dai professionisti che visualizza come potrebbe essere un piatto bilanciato. Quello che serve è piatto che sia metà verdure non amidacee, un quarto di proteine ​​magre e un quarto di amido.

(fine prima parte)

Silvia GALLI