A dire la verità, tacchino o non tacchino, un momento per incontrarci con le famiglie e ringraziare per tutto ciò che abbiamo, sarebbe anche utile per non dire doveroso, ma sappiamo già che verremmo immediatamente tacciati di fare nostre delle tradizioni che non ci appartengono e di sfruttarle solo come spunto commerciale.

Tutti sanno che il Ringraziamento è la festa degli americani, ma esattamente le origini sono note a pochi. Nel 1621, un anno dopo l’arrivo nel nuovo mondo sul Mayflower e nel seguente inverno rigido in cui molti di loro perirono a causa delle malattie, gli abitanti delle colonie celebrarono il successo del loro primo raccolto organizzando una festa di ringraziamento alla quale invitarono i Nativi americani che li avevano aiutati a superare le difficoltà ed ad insediarsi nel nuovo continente.

Nel menù di quel primo Ringraziamento americano ci furono già i piatti che ancora oggi  sono tradizionali della festa come tacchino, zucca molluschi, pesci, torte di cereali, frutta secca e noccioline. Ufficialmente fu Abramo Lincoln, nel 1863, a decidere che fosse il quarto giovedì di novembre il giorno del Ringraziamento, ma l’artefice fu Sarah Josepha Hale, una versione ottocentesca delle nostre Martha Stewart e Ophrah che si adoperò strenuamente perchè convinta che festeggiare avrebbe unito il Paese e lo avrebbe riappacificato durante il periodo difficile della Guerra Civile .

Oggi negli Stati Uniti le famiglie si riuniscono e tornano a casa da qualsiasi parte del mondo si trovino per condividere un lungo week end (di solito dal giovedì alla domenica) con i propri cari mangiando i piatti della tradizione.

Il tacchino è protagonista assoluto delle tavole di tutti gli Stati Uniti, dall’Alabama al Wisconsin, dalla California al New Jersey, quello che cambia è il ripieno, anche se chiamarlo ripieno è impreciso perché loro lo servono di accompagnamento, accanto alla carne e, raramente riempiono l’animale per la cottura.

Se nella East Cost non possono mancare ostriche e molluschi, nel Midwest il ripieno è fatto di sedano, crostini di pane bianco, burro e cipolla, mentre al Sud non può mancare la salsiccia piccante abbinata al pane di granoturco. C’è chi innaffia la carne con la salsa gravy, ai mirtilli, chi preferisce un contorno dal sapore meno deciso, come spinaci o fagiolini passati in padella, ma tutti, nessuno escluso, il giorno del Ringraziamento abbandonano la dieta e si riappacificano con i famigliari ringraziando….

E’ proprio una tradizione da lasciare oltre Oceano?

 Silvia GALLI

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