Aspettiamo con ansia la fine del mese perché abbiamo sempre più voglia di condividere belle notizie che riguardano il mondo femminile. Non sempre, anzi sarebbe meglio dire quasi mai si tratta di cose che soddisfano pienamente tutte le nostre necessità ed i nostri diritti ma sono piccoli passi verso un futuro migliore.

Cominciamo subito:

Finalmente essere omosessuali in India non è più un reato. La Corte Suprema indiana ha depenalizzato l’omosessualità, cancellando la sezione 377 del Codice Penale indiano che da 157 anni puniva come «offese contro natura» questo tipo di sessualità. “Criminalizzare l’omosessualità è irrazionale e indifendibile“, ha osservato il Presidente del collegio giudicante illustrando il verdetto che dopo tanti anni di battaglie da parte di associazioni LGBT è finalmente diventato realtà. Essere lesbiche o gay in India voleva dire rischiare fino a 10 anni di carcere, una situazione davvero insostenibile e soprattutto che viola i diritti fondamentali dell’essere umano. Abbiamo visto tantissimi scatti e dichiarazioni di felicità da parte della comunità omosessuale indiana ed in giro per il mondo e ne siamo davvero felici.

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La seconda buona notizia viene dalla lontana Nuova Zelanda. Vi ricordate la prima ministra Jacinda Arden, eletta mentre era incinta della prima figlia? La premier è tornata a lavoro dopo la maternità ed ha deciso di presenziare ad un vertice sulla pace intitolato a Nelson Mandela nel Palazzo di vetro dell’Onu a New York con la piccola Neve, la figlia, che allatta ancora al seno. Nel 2018 Jacinda è la prima leader mondiale a partecipare all’evento che riunisce i capi di Stato e di governo di tutto il mondo con una neonata al seguito, ribattezzata ‘firts baby’. Quando vi chiedono come conciliare famiglia e lavoro, beh pensate a lei!

Un’ultima buona notizia riguarda una donna che ha avuto il coraggio di denunciare, si tratta di Christine Blasey Ford, docente di psicologia all’Università della California e mamma di due figli. Davanti alla commissione Giustizia del Senato, ha espresso la sua testimonianza riguardo a delle molestie sessuali subite a carico del giudice candidato alla corte suprema Brett Kavanaugh. La dottoressa Ford ha iniziato così la sua testimonianza “Non sono qui perché voglio essere qui, sono terrorizzata, ma penso che sia un mio dovere civico testimoniare“, anche se l’episodio risale ai tempi dell’università bisogna sempre far emergere la propria verità. Il giudice Kavanaugh, sostenuto dal partito repubblicano, si dichiara innocente e sobilla che questa accusa è stata fatta proprio in concomitanza con la sua elezione alla Corte suprema. Altre donne hanno accusato il giudice di essere state molestate e nel corso di questi giorni sapremo cosa deciderà la commissione giustizia degli Stati Uniti. Ogni caso è davvero diverso l’uno dall’altro ma vogliamo sempre sostenere chi denuncia per difendere oltre che i propri diritti quelli della collettività a discapito della propria privacy.

Martina ZANGHI’