Shrinkflation che significa? Sembra un pezzo della canzone Prisencolinensinainciusol di Celentano ed invece no è meno divertente. Si tratta di un fenomeno che analizza come i prodotti diminuiscano in quantità ma non nel prezzo. Ad analizzarlo anche la Ons ovvero l’istituto di statistica inglese. Anche la parola parola nasce dalla fusione di due termini inglesi “shrinkage” “contrazione” e “inflation” “rincaro”.

Questa cosina qua non capita solo per le patatine, le barrette al cioccolato ma sempre più spesso sui fazzoletti ad esempio 9 invece di 10, lattine con 25 ml di bevanda invece di 33, tubetti di dentifricio con 75 ml di prodotto invece di 100 ml, rotoli di carta igienica con meno strappi, riso in confezioni da 850 gr invece che 1 kg. Insomma meno ma allo stesso prezzo se non peggio perché a volte i prezzi sono addirittura più alti.

Le analisi degli esperti hanno confermato inoltre che si tratta di un aumento non dovuto all’aumento dei costi delle materie prime o all’energia della produzione, si tratta effettivamente di un aumento dei costi camuffato, a danno del consumatore.

Shrinkflation in Italia

In Italia secondo l’istat dal 2012 al 2017 i casi di questo tipo sono stati 7.306. Oltre  4.983 prodotti sono stati modificato non solo per il confezionamento ma anche per il prezzo. Le classi di prodotto interessate sarebbero 11, maggiormente nei cibi contenenti zucchero (in 613 casi è diminuita la quantità ma è aumentato il prezzo) ma anche anche per pane e cereali (788 riduzioni della quantità). Questo snellimento capita spesso anche per bibite, succhi di frutta, latte, formaggi, creme e lozioni.

Insomma anche qui da noi ci sono ‘i furbetti delle merendine’ ma basta esserne consapevoli scegliendo i prodotti da acquistare con attenzione. Siamo disposti a spendere di più per avere meno oppure no?

MaZ
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