Non abbiamo mai tempo. Siamo troppo impegnati a districarci tra lavoro, casa, famiglia e impegni quotidiani. A volte, ci sembra quasi di soffocare, sommersi da un mare di incombenze per cui non riusciamo mai a trovare il tempo necessario. Eppure di tempo ce n’è, di tempo ne abbiamo, considerando anche il fatto che viviamo in un’era in cui la tecnologia ci viene in aiuto con macchine e strumenti che svolgono tanto lavoro al posto nostro. Solo che spesso, senza nemmeno rendercene conto, questo tempo lo perdiamo, perché viviamo una crisi di attenzione di qualità. Abbiamo tempo, un sacco di tempo, ma ne perdiamo la maggior parte. Rumori ambientali, notifiche del telefono e delle mail, telefonate, il collega che fa una battuta, ma anche pensieri e preoccupazioni personali. Rimanere concentrati oggi, evitando di perdere tempo, sembra una corsa a ostacoli. Ma, per fortuna, la psicologia viene in aiuto con il cosiddetto stato di flow. Per spiegare bene che cosa è lo stato di flow (ovvero di flusso), come raggiungerlo e come mantenerlo, citiamo di seguito un articolo di Alisia Galli, Psicologa Clinica e Leader Pillar Mentale di Fitprime.

Stato di flow, che cos’è

“Lo stato di flow – scrive la dottoressa Galli – è quel momento in cui niente ci può distrarre. Sappiamo dove stiamo andando e procediamo spediti. È una sorta di estasi, in cui il tempo sembra essersi fermato e noi siamo focalizzati su quello che stiamo facendo. Artisti, scrittori e atleti cercano di raggiungere questo stato attraverso varie tecniche. Marina Abramovic ha sviluppato addirittura il “Metodo Abramovic” per indurre uno stato creativo. Teorizzato dagli psicologi Mihaly Csikszentmihalyi e Jeanne Nakamura, lo stato di flow è uno stato di attenzione rilassato, aperto, che si genera in una momento di recupero dopo un altro di forte intensità ed è lo stato ideale perché si crei uno stato di concentrazione, per essere creativi, per lavorare meglio. È quando ci si sente motivati, concentrati e focalizzati. Anche Daniel Goleman, psicologo e autore del bestseller Intelligenza emotiva, tocca l’argomento, seppure in maniera trasversale, quando spiega il funzionamento della parte del cervello che lavora in maniera inconscia e che noi possiamo agevolare, stimolandolo prima e lasciandolo lavorare senza intervenire dopo”.

Stato di flow, come raggiungerlo in 4 semplici passi

“La capacità di governare l’attenzione – aggiunge – ci permette di essere efficienti, focalizzati, ma soprattutto di vivere in uno stato emotivo di benessere. Ognuno può trovare la sua modalità per arrivare a questo stato e i metodi suggeriti sono tanti e diversi, ma per iniziare basta mettere in pratica quattro semplici regole:

– Formulare il proprio problema nella maniera più precisa possibile;

– Abbandonare quel problema (aiutandosi facendo una passeggiata, ascoltando musica, dormendo o dedicandosi al proprio hobby);

– Lasciare che il tempo scorra, senza pensare di arrivare alla risoluzione o alla risposta;

– Sintonizzarsi sulle nostre sensazioni per raccogliere stimoli e intuizioni, avendo piena fiducia nelle nostre capacità”.

Certamente, lo stato di flusso non si attiva istantaneamente; occorre tempo per immergersi in un’attività e ancora di più per raggiungere uno stato di profonda concentrazione e bisogna perciò aiutarsi a raggiungerlo, togliendo di torno le distrazioni (almeno quelle che possiamo) e adottando alcune strategie o tecniche. Esempi? Non tenere il telefono sottomano, silenziare le notifiche ed eliminare tutto ciò che crea distrazioni inutili intorno a noi. Ancora più efficace, è praticare la mindfulness, che consente di entrare in sintonia con sé stessi. Dedicarsi quotidianamente alla meditazione può aiutare a calmare la mente, tenere a bada i pensieri che costituiscono una fonte di distrazione e spingere l’individuo a raggiungere i propri obiettivi”.

Favorire lo stato di flow sul lavoro: perché è importante

“Incoraggiare la ricerca dello stato di flow nei contesti lavorativi – continua Alisia Galli – non solo può aiutare i singoli dipendenti a superare i problemi di attenzione e distrazione, ma può anche elevare il livello di performance complessiva delle organizzazioni, al fine di promuovere un ambiente di lavoro sano dove le persone siano soddisfatte, lavorino bene e volentieri. Come spiega Csikszentmihalyi, il flusso è strettamente legato alla motivazione, nonché alla felicità in generale. Tradotto in termini lavorativi, ciò significa che elementi come la cultura aziendale, l’equilibrio tra vita privata e lavoro e l’ambiente in cui lavoriamo giocano un ruolo fondamentale nel raggiungimento dello stato di flusso”.

è importante per avere dipendenti fidelizzati e concentrati

“Le aziende oggi  – conclude Galli – devono chiedersi quale modello di lavoro vogliono adottare e come supportare le proprie risorse. Per avere dipendenti fidelizzati e concentrati, occorre promuovere il benessere psicologico, garantendo strumenti di supporto, facendo proliferare una cultura basata non sul successo e sulla performance, ma sul senso di soddisfazione. Citando Csikszentmihalyi, l’obiettivo di ogni azienda dovrebbe essere portare i propri lavoratori a rispondersi “anche il mio lavoro”, alla domanda: “Cosa vale la pena fare che pensi non ti porti necessariamente grande fortuna o fama, ma che ti renda felice davvero e che ti porti a pensare che stai vivendo una vita degna di essere vissuta?”.

P.P.

Foto di Icons8 Team su Unsplash