Vincitrice del Golden Globe come miglior attrice e candidata all’Oscar (più che favorita secondo i più accreditati bookmakers losangelini) per la sua performance, Julianne Moore sbarca oggi nelle sale italiane con l’atteso Still Alice diretta dai controversi, giusto per usare l’ennesimo eufemismo speso per raccontare il loro cinema, Richard Glatzer e Wash Westmoreland dopo l’apparizione (nemmeno troppo fortunata) all’ultima edizione del Festival internazionale del film di Roma lo scorso autunno

Adattamento cinematografico del romanzo Perdersi (ed. Piemme) scritto nel 2007 dalla neuroscienziata di Harvard Lisa Genova, il film racconta la drammatica storia di Alice Howland, affermata linguista nonché docente alla Columbia University, che sulla soglia dei cinquant’anni scopre di essere affetta da una rara forma presenile di Alzheimer. Tra gli altri interpreti Alec Baldwin nei panni del marito, Kristen Stewart, Kate Bosworth e Hunter Parrish nei ruoli dei figli. Misurata e mai sopra le righe già dalle prime difficoltà nella comunicazione verbale, l’attrice di origini scozzesi, apprezzata recentemente anche nell’ultimo lavoro di David Cronenberg e nell’opera prima di Joseph Gordon-Levitt, accompagna mano nella mano lo spettatore nell’inferno della propria malattia con grazia in un mare di silenzi e ricordi che tendono ad affievolirsi con il sopraggiungere della fase più acuta della malattia.

Jacopo MARCHESANO

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