“Troppo tedesco, troppo impulsivo, senza l’istruzione di Eton”  – già all’epoca la scuola dell’aristocrazia. Così definivano i più cinici  il principe Filippo prima che impalmasse l’erede al trono inglese, la ventunenne Lilibeth, futura regina Elisabetta, la più longeva della storia.

Persino l’amabile re Giorgio VI ricordato da tutti come un modello di sensibilità e pacatezza aveva espresso i propri dubbi riguardo al giovane pretendente:”rude, maleducato e probabilmente infedele». (Almeno sull’ultima affermazione non gli si può proprio dare torto). Invece Elisabetta capitolò ed oggi si celebra una data importante: il settantesimo anniversario di nozze.

Ma iniziamo dall’inizio, come doveroso per l’epoca l’amore iniziò in forma epistolare prima, e con visite a Buckingham Palace e a Balmoral poi. Nel giugno del 1947 scrisse alla futura regina scusandosi per i suoi troppi “autoinviti” ma proprio durante uno di questi, nell’adorato castello di Balmoral in Scozia, Filippo 26 anni,  principe di Grecia e ufficiale di Marina, le chiese di sposarlo.

Filippo, per diventare marito dell’erede al trono inglese rinunciò al proprio cognome, si convertì alla religione anglicana e divenne cittadino britannico uscendo dalla linea di successione al trono di Grecia e Danimarca, come  figlio maschio del un fratello di Costantino di Grecia.

Forse non tutti sanno che uno dei testimoni del corteggiamento di Filippo fu un certo Carlo Tanzi, maitre del Savoy, il famoso hotel di Londra dove i due fidanzati si davano appuntamento per il the delle cinque.

L’anello di fidanzamento della regina è costituito dai diamanti della tiara di Alice Mountbatten, la madre del principe Filippo e la torta di nozze degli sposi era alta tre metri fu realizzata dalla pasticceria di Edimburgo, McVitie & Price, con ingredienti di ogni paese del Commonwealth: il burro dalla Nuova Zelanda, la farina dal Canada, il rum giamaicano, lo zucchero e la frutta caramellata dall’Australia.

«Filippo è stato, molto semplicemente, la mia forza e il mio sostegno», ha dichiarato la regina parlando del marito, che in 70 anni da principe consorte non ha lesinato in gaffes spesso imperdonabili e in qualche, per non dire troppi, voli pindarici dietro alle gonnelle.

Eppure Elisabetta ha voluto e voleva soltanto lui ed è stato così per gli ultimi 70 anni.

E’ stato un matrimonio d’amore?

Difficile a dirsi, ma certo rispetto ai volubili figli (su quattro, tre sono divorziati) sono un esempio di forza e tenacia per i sudditi e non solo.

Silvia GALLI