Ti piace indossare una bella minigonna, magari con dei tacchi ed un rossetto rosso intenso sulle labbra? Libera di farlo. Ami i pantaloni larghi e i maglioni oversize e non ami indossare nulla sul viso, senza trucco è la tua filosofia. Fai benissimo a farlo anche tu. Ognuno può fare ciò che vuole, ognuno deve poter fare ciò che desidera e ciò che la fa stare bene. Perché alle donne non è sempre concesso?

Il Centro Antiviolenza Cerchi d’Acqua proprio a ridosso della Festa della donna 2018 pone l’attenzione su un argomento che ci sta a cuore organizzando una mostra dal titolo Com’eri vestita? Rispondono le sopravvissute alla violenza sessuale.

Ebbene sì alcune vittime di violenza si sono sentite rivolgere questa domanda che sottintende un ‘te la sei cercata’ ‘hai attirato troppo l’attenzione’ e amenità del genere.

La mostra trae ispirazione dalla poesia What I was Wearing di Mary Simmerling e l’idea è stata sviluppata nel 2013 in un’istallazione artistica dal titolo What were you wearing da Mary Wyandt-Hiebert, docente alla University of Arkansas, e da Jen Brockman, direttrice del Sexual Assault Prevention Center presso la University of Kansas.

Qui in Italia viene riproposta questa idea e verrà allestita a Milano in via De Amicis 10 presso la Casa dei Diritti e sarà inaugurata il 13 marzo 2018 alle ore 14.30, rimanendo poi aperta al pubblico fino al 21 marzo alle ore 12.00 secondo il calendario seguente: 13 marzo ore 14.30-19.30, 14 marzo ore 9.00-18.00, 15 marzo ore 12.30-18.00, 17 marzo ore 9.30 -12.30, 19 marzo ore 9.30 -16.30,21 marzo ore 9.30-12.00.

Attraverso gli indumenti si trasmette tutto ciò che sta dietro una violenza che troppo spesso è quella delle mura domestiche. L’obiettivo è decostruire alcuni stereotipi relativi alla violenza sessuale, primo tra tutti l’idea che l’abbigliamento possa esserne la causa e che l’atteggiamento e il comportamento della donna possano averla provocata.

MaZ