Angelina Jolie è solo l’ultima delle vittime del trucco da red carpet ma prima di lei molte dive hanno subito l’accanimento dei media e dei social per un make up sbagliato o, come dicono le americane nei tag sotto alle foto che le ritraggono con delle polvere bianca sul viso o con un chilo di correttore sotto le occhiaie, #WhenContouringGoneWrong o #ULookLikeHisMom.

Ma come fanno delle dive del calibro di Nicole Kidman, Kim Kardashian, Drew Barrimore, Eva Longoria (e via dicendo) a sbagliare così clamorosamente il loro make up? A chiarire il dilemma è il make up artist delle dive, il suo nome è Nick Barose che, al New York magazine, racconta come il nostro ideale di make up non corrisponde alla realtà.

“Il trucco funziona in relazione alla luce. Per quanto mi riguarda, posso decidere di fare un contouring alla modella in un servizio fotografico solo perché so che la luce è controllata. Scolpire il viso ogni giorno non è realistico a meno che non si è Kim Kardashian che è seguita da una troupe di make up artist che la seguono dovunque e le modificano il make up in base alla luce che cambia durante tutto il giorno!!

Barose inoltre racconta della nostra idea di make up, che non è più mettere in rilievo i nostri pregi ma anzi, avere le labbra come una certa attrice, i capelli di un’altra e le palpebre di un’altra ancora, rovinando la nostra identità. L’incidente di Angelina ad esempio è visibile solo in fotografia, dal vivo la Maleficent Jolie era, come di consueto, radiosa.

Poi chiarisce ancora il concetto, la luce è la chiave!  “Si può andare in giro senza trucco tranquillamente, basta avere una buona illuminazione.  Quello che invece è necessario è idratare il viso e usare un balsamo per le labbra. La chiave è per apparire al meglio è senza dubbio la luce. Ad esempio, il mio dentista sembra incredibile perché ha davvero una buona illuminazione nel suo ufficio. la luce del giorno che entra dalla finestra è l’illuminazione più lusinghiera e che regala un aspetto migliore.  Ecco perché il trucco giusto lavora con la giusta illuminazione. Questa è davvero la chiave”.

Martina ZANGHI’