Il popolo della moda, per il quinto giorno di Milano Moda Donna, si è svegliato sotto una pioggia battente che non ha però di certo fermato i temerari, disposti a sfidare le intemperie, arrampicati su tacchi vertiginosi, pur di scoprire quali saranno le novità per le prossime collezioni autunno inverno 2016 2017. E se qualcuno, vedendo la pioggia fitta, ha fatto spallucce e ha deciso comunque di indossare il look previsto, c’è stato anche chi ha scelto di munirsi di rainboots e K-way. Cosa che li ha immediatamente fatti balzare tra i più fotografati per via dell’insolito outfit. Furbetti…

La nostra quinta giornata di Fashion Week è iniziata con uno show a sorpresa da Richmond. Nell’esatto istante in cui si sono spente le luci, mentre aspettavamo il primo abito, si è palesata a sorpresa la rapper Eve, stretta in un tailleur bianco ottico. “I love Italy, I love Sophia“, ha esordito entrando in scena e proclamando subito il suo amore per il nostro Paese e per la divina Sophia Loren. Poche note rappate di Let Me Blow Ya Mind sono bastate al pubblico per scaldarsi in attesa del vero show: gli abiti. In passerella, con una collezione ormai orfana dello storico designer John Richmond, ha sfilato una “Una killer queen vestita d’oro, in viaggio tra due mondi opposti“: opulenti tailleur pantalone, lunghi abiti da sera in seta bianca arricchiti da stampe dorate, camicie trasparenti con maxi gala al collo, mini shorts in oro laminato, così come i vertiginosi stiletti a punta, e poi pellicce e felpe in broccato. Una collezione sempre rock, ma con un animo più lussuoso.

E se da Richmond abbiamo potuto godere della musica del ghetto, la sfilata di Stella Jean ci ha lasciato tutti a bocca aperta, rubandoci il cuore e perfino qualche lacrima. Un coro gospel ha fatto da colonna sonora all’incedere delle modelle, che hanno sfilato nella suggestiva Sala delle Cariatidi di Milano. Due facce della stessa medaglia, il ritratto e la maschera, la prima come metafora del vecchio continente con l’aristocrazia e i suoi salotti tappezzati delle effigi degli avi, custodi e testimoni del loro lignaggio, la seconda come rappresentazione evocativa degli antenati, incarnati dalla maschere dell’Africa Subsahariana, e da quelle di grandi artisti come Giacometti, Picasso e Modigliani. I ritratti occidentali e le maschere lignee, per una collezione in cui arte e moda si sovrappongono, facendo trionfare la cultura dell’incontro. In una parola: emozionante.

L’abito come pagina bianca sulla quale scrivere un messaggio. Lettere e simboli applicati su abiti, gonne e giacche diventano, per Au Jour Le Jour, metafora della rivoluzione mediatica, del modo di fare comunicazione, sempre più veloce, sempre più 2.0, sempre più digitale. Taste me, Hear me, Look at me, Touch me, Smell me. Mirko Fontana e Diego Marquez, designer del marchio, lanciano messaggi da abiti in maglia lunghi e affusolati, con la zip sul davanti o arricchiti da pendenti in resina colorata, da mini abiti in tulle trasparente, da pencil skirt al ginocchio e da varsity jacket color turchese. Sempre ludici, mai irriverenti.

Pinella PETRONIO