Quando in passerella sfila l’arte, quando riusciamo dopo tanto tempo a meravigliarci, senza che chi crea cerchi a tutti i costi gli effetti speciali, quando ci troviamo di fronte a qualcosa che profuma di bello, che ci fa felicemente presagire che artisti del calibro di Giorgio Armani e Valentino Garavani hanno degli eredi, quando pensiamo che il futuro della moda italiana sia davvero in buone mani, ecco che tutte le polemiche, tutti i tentativi di rendere la moda per forza un’arte circense (nel significato più caricaturale del termine), passano in secondo piano.

Il primo giorno di Milano Moda Donna ci ha confermato quello che ormai da qualche collezione abbiamo imparato a capire: Alessandro Michele è una speranza. Una speranza che la moda italiana possa avere forma e contenuto, possa essere concettuale senza necessariamente scadere in certi virtuosismi, possa essere originale, senza per forza essere eccentrica.

Per l’autunno inverno 2016 2017, Michele ha portato in passerella per Gucci una collezione che solo apparentemente poteva sembrare incoerente, disordinata e caotica: look interamente monocromatici (collant, scarpe con maxi plateau e borse compresi), abiti e capispalla con maniche a sbuffo, paillettes, gonne e camicette con richiami al mondo botanico e a quello della fauna, abiti lunghi arcobaleno in tulle e pellicce rosa shocking. Niente richiami al passato, o forse sì. Nessun programma avanguardista, o forse sì. “Il pensiero per produrre cambiamento deve essere “rizomatico” (G. Deleuze, F. Guattari)“. Ovvero, il cambiamento, per esistere, deve propagarsi in maniera orizzontale, proliferando in diverse direzioni. Senza centro. Senza orientamento. “Il rizoma infatti procede per variazione, dilatazione, conquista e cattura. Esso si nutre dell’interazione nomadica tra cose diverse”. Nella collezione di Gucci, si riannoda, si connette, si mescola e modifica, portando al cambiamento.

Una ninfa dei boschi. Una creatura eterea, quasi evanescente, che si muove leggiadra e sinuosa. La donna di Alberta Ferretti per l’autunno inverno 2016 è romantica e di classe, ama abiti lunghi in sete leggere e fluttuanti, che seguono l’ondeggiare dei movimenti del corpo, sontuosamente arricchiti da ricami floreali, con una palette cromatica che richiama i colori della terra e della natura, con sfumature che variano dal rosa al marrone, passando per la gamma dei verdi.

Pudica, ma solo ad un primo sguardo è, invece, la donna di Blugirl – tra le prime a sfilare durante la prima giornata di Milano Moda Donna -, che non ama le scollature, ma non disdegna le trasparenze da cui possiamo intravedere culotte e sottane. E poi gorgere, pizzi, fiocchi e abiti e gonne con stampa floreale. Romantica? Forse. Certamente eccentrica. Non ci spiegheremmo altrimenti le scarpe fluffy di pelliccia che calzano i piedi delle modelle…

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Pinella PETRONIO