Il week-end è uggioso ma non avete nessuna intenzione di rimanere in casa?
La città di Torino sembra voler venire incontro alle esigenze di chi, anche nel tempo libero, preferisce non crogiolarsi nella pigrizia casalinga e desidera, al contrario, uscire e partecipare ad interessanti eventi.

All’ombra della Mole, infatti, sono in corso due eventi diversi tra loro ma ugualmente imperdibili, capaci di coinvolgere un pubblico eterogeneo e curioso.
Partiamo da Club to Club, definito da sempre il festival elettronico più chic d’Italia, ma non snob, che propone ogni anno nuovi talenti che si affiancano a quelle che ormai possono essere definite vere e proprie star del mixer.

Oggi, sabato 5 novembre, appuntamento al Lingotto con Daphni, Dj Shadow e John Hopkins che si alterneranno sul palco, mentre domani, per la chiusura del festival, tutti al quartiere multietnico di San Salvario, che si riempirà con i ritmi folli di Warp, label di culto che tra gli altri ha lanciato Aphex Twin.

Ma questo non è tutto, ovviamente, perché oggi si assisterà ad un ideale passaggio del testimone tutto interno ai Radiohead: dopo l’esibizione di Thom Yorke nella passata edizione, quest’anno tocca al suo compagno di band Jonny Greenwood, che presenta la prima assoluta del progetto Junun, sviluppato assieme al musicista israeliano Shye Ben Tzur e all’ensamble indiano The Rajasthan Express.

Tra star consolidate e piacevolissime sorprese, si ballerà dalle 20 fino all’alba, nella sala principale all’interno del Padiglione 1 e in Sala Gialla, dove Red Bull Music Academy Stage presenta un palco in esclusiva italiana.

Di tutt’altro genere, invece, Artissima 2016, dedicata all’arte contemporanea che, quest’anno, si arricchisce di una nuova sezione, oltre alle sei già esistenti, che si chiama Dialogue ed è dedicata a espositori con un massimo di tre artisti le cui opere sono messe in relazione secondo un progetto coerente.

Tra le sezioni già consolidate c’è grande aspettativa per Back to the Future a cura di Eva Fabbris e Per4m a cura del collettivo olandese If I Can’t Dance, I Don’t Want To Be A Part Of Your Revolution. La prima è dedicata alla riscoperta di grandi pionieri dell’arte contemporanea e si concentra su opere prodotte nel periodo compreso tra il 1970 e il 1989; la seconda, volta ad esplorare la trasformazione della performance e le sue tipologie, porta in scena artisti come Tim Etchells, Dora García e Ruth Proctor.

Quest’ultima è anche protagonista di una delle due mostre da non perdere in città: si intitola As If Nothing Happened e arricchisce il programma ambizioso e sperimentale di Norma Mangione Gallery. L’altra è quella fotografica di Robert Mapplethorpe, da vedere anche per scoprire i nuovi spazi della Galleria Noero, con un intervento del designer Martino Gamper.

Tornando alle mostre più istituzionali, da segnalare quelle dedicate dal Castello di Rivoli e dalla Fondazione Merz all’artista egiziano Wael Shawky, le cui opere video si basano sul libro dello scrittore libanese Amin Maalouf, nel quale l’autore prova a raccontare la storia da una prospettiva non eurocentrica.

Venaria Reale, infine, ospita il progetto The Classroom, un lavoro sulle più prestigiose istituzioni italiane di restauro e conservazione realizzato dagli artisti di Masbedo.

Vera MORETTI