Di cosa si tratta? Hygge è un nome che definisce un sentimento, un’atmosfera,un senso di comodità, sicurezza, accoglienza e familiarità e, come è stato per il Feng Shui, è un qualcosa che ha a che fare con la casa. Più che l’arredamento o la disposizione della luce, l’Hygge contempla la sfera dell’intimità e dell’accoglienza, un concetto molto caro ai danesi che, non potendo contare per parecchi mesi all’anno, sulla luce del sole, ripiegano sull’intimità domestica.

Fuori fa freddo e piove: cosa c’è di meglio che prendersi un caffè da un tazzone fumante? Forse leggere un libro accoccolati sul divano con un plaid sulle gambe e un micio sulle ginocchia? Ecco esattamente queste sono le atmosfere Hygge.

Se è difficile definire l’Hygge, si può provare iniziando a dire cosa non è: minimalista, in primis, perché,  secondo i danesi riduce la sensazione di comodità; accecante, infatti l’illuminazione non sarà mai fredda o troppo forte, sono preferite le candele o le lampade dai colori più tenui.I tessuti, poi, hanno una grande importanza, sono confortevoli, morbidi, avvolgenti, dai colori accessi e, soprattutto allegri. Ad una prima lettura, sono le piccole cose che ci fanno stare bene e, fin qui non c’è davvero nulla di male, anzi!

Ma la parola, che da inizio anno è nei  trend topics e che ha invaso i social – su Instagram all’hashtag Hygge corrispondono già oltre 1850.000 post, più o meno coerenti- secondo la giornalista del Guardian Charlotte Higgins ha un significato ben più profondo: “tutto quel che viene venduto con questa etichetta è un’interpretazione britannica di un concetto che è molto meno tenero di quanto si creda.” A onor del vero, in effetti,  la fondatrice del Partito del popolo danese (conservatore e anti immigrazione) è paladina dello stile hygge  ed è totalmente contraria alla globalizzazione. Ha infatti dichiarato di voler lavorare in un ambiente hygge dove non è tanto protagonista la luce tenue, quanto mangiare uno Smørrebrød e non accettare, ad esempio un panino di Mc Donalds o un sushi tenendo in salvo la comunità dall’arrivo di migranti e stranieri che “stanno distruggendo l’atmosfera hyggeling della nazione”.

In pratica un concetto che ci viene presentato come sentimento puro che predilige su tutto il calore umano, minaccia di tagliare  fuori ciò che è diverso. Un concetto che, se preso alla lettera, è quanto meno anacronistico. Quindi, ben vengano i tazzoni fumanti, i maglioni avvolgenti, un po’ meno il tagliare fuori tutto ciò che non appartiene alle nostre tradizioni. E voi vi sentite Hygge almeno un po’?

Silvia GALLI

 

Photo credit Instagram

 

 

 

[ Torna indietro... ]