Sono tanti, tantissimi e, soprattutto ognuno ha il proprio bracciale del cuore. I più personali e personalizzati sono quelli con i ciondoli, charms che simboleggiano date o passioni importanti, ma non sono solo questi.

Ci sono alcuni bracciali che hanno fatto la storia della gioielleria e che ci fa piacere raccontare.


“Just un clou”, un chiodo al polso: questa è l’idea nata dalla creatività del designer napoletano trapiantato a NY Aldo Cipullo.Il bracciale è  un pezzo cult della maison francese Cartier a partire dagli anni 70. Ed è immortale, concreto e forte, ispirato alla NY anni ’70: la città che non dorme mai, un carattere unico e deciso in grado di farsi riconoscere.  Un bracciale che racchiude un elemento umile, ma indispensabile alla costruzione, realizzato in un materiale prezioso, anche con i brillanti.

 

 Il Love Bracelet di Cartier è antecedente di qualche anno: 1969, ed è  sempre opera di Cipullo, lo stesso genio creativo del chiodo,  il Love Bracelet, altro emblema della maison. Ispirato alla cintura di castità, simbolo di amore eterno e fedeltà in contro tendenza rispetto alla rilassatezza dei costumi di quegli anni, un gioiello da regalare e non da regalarsi!

Simbolo di saggezza, vitalità e rinascita, il serpente è un soggetto molto amato dai gioiellieri, per la sua forma sinuosa.

Bulgari è stato il primo ad utilizzarlo come orologio-bracciale negli anni 40 grazie ad una catena Tubogas, altro tratto distintivo della maison, e al minuzioso lavoro di eccellenti orafi che ne riproducono le scaglie con pietre preziose.

È grazie ad Elisabeth Taylor, che lo indosserà nel film Cleopatra e per tutta la promozione, che il prezioso rettile raggiunge lo status di icona. Negli anni  verrà poi declinato in altri gioielli diventando il marchio in gioielleria di Bulgari.


Il morsetto Horsebit è un simbolo iconico per Gucci. Introdotto come elemento decorativo negli anni cinquanta dal marchio, richiama la tradizione equestre dell’alta società fiorentina e negli anni è diventato un simbolo per la maison da ispirare Frida Giannini, allora direttore creativo, a farne una collezione di gioielli partendo proprio dal bracciale.

Chaîne d’Ancre di Hermès: una semplice catena d’ancoraggio, notata da monsieur Dumas, il genero di Emile Hermès durante una passeggiata in riva al mare a Cannes e disegnata sul suo taccuino è  entrata dalla porta principale nella storia della gioielleria. E’ semplice, senza tempo, elegante  e dal fascino discreto: il bracciale da giorno perfetto che incarna lo stile easychic da oltre  75 anni.

Silvia GALLI