Che bello, non mi aspettavo un ritorno della Gina! Come mai hai deciso di
utilizzare lo stesso personaggio di 50 sbavature di Gigio e 50 smagliature di Gina?

Perché la Gina c’est moi, e perché Gine sono un po’ tutte le donne che mi leggono. Pasticcione, emotive, incazzose, impulsive. E romantiche anche,  ma con un gran senso dell’umorismo.

Come nasce l’idea di questo libro, a metà tra un romanzo e un manuale d’istruzioni?

A dire la vera-vera-vera verità, a me le idee nascono così, d’impulso, senza alcun progetto, tutte indisciplinate e molto spettinate. Del resto, sono una Gina!

C’è qualcosa di autobiografico nel libro? Ti è mai capitata un’infatuazione virtuale?

C’è un po’ di autobiografia, e c’è un po’ di fantasia. Comunque penso che le infatuazioni virtuali possano essere molto più forti di quelle reali, perché le proiezioni che facciamo sull’altra persona, dal nostro computer, sono infinitamente più numerose e infinitamente meno smentite (finché si sta nel virtuale ovviamente). Ma anche quando poi ci si incontra davvero, un’eco di quelle proiezioni rimane, a coprire qualche magagna reale…

La Gina si confida continuamente con la sua amica del cuore: quanto conta secondo te il supporto delle amiche nella nascita di una relazione?

Il supporto delle amiche, e il confronto con loro, è fondamentale in qualunque aspetto della vita, secondo me. Le amiche sono le sorelle che si scelgono.

All’inizio la Gina spiega “mi piacerebbe passare un po’ più di tempo anche su Twitter, ma 140 caratteri quadri non sono la misura del mio passo”. Anche tu la pensi così?

Sì. Ma ragiono con due pesi e due misure, ovvero: per scrivere, mi piace avere spazio, mentre per leggere preferisco la sintesi. Ebbene sì, sono orribilmente scorretta!

Pensi che una storia romantica come quella della Gina, sarebbe potuta nascere anche su Twitter? Se sì, sarebbe stata diversa?

Credo sarebbe stata molto, molto diversa. Scrivere in 140 caratteri è un po’ come parlare in una lingua che non è la nostra: niente sfumature, niente giri di parole, si è costretti ad essere essenziali. E il romanticismo, con il minimal, non va mica tanto d’accordo, temo.

Il Griso (il Principe Azzurro virtuale) è pieno di difetti e non sempre si comporta come dovrebbe, ma è anche capace di parole e gesti ultra romantici: esistono davvero uomini così o si trovano solo nei libri e nei film alla Pretty Woman?

Il Griso, a differenza di Christian Grey, secondo me esiste anche al di fuori delle pagine di un libro. Io l’ho incontrato varie volte. (Allora c’è ancora speranza!!)

Secondo uno studio condotto nel 2013 dalla società di analisi Harris Poll e finanziato da Harmony le coppie nate online non solo durano di più, ma sono anche più felici. Sei d’accordo?

Credo sia una teoria molto plausibile perché, quando la passione inevitabilmente si affievolisce, resta l’affinità che si era creata in precedenza chattando per ore. E poi, chattare è spesso l’unico modo per costringere un uomo ad ascoltarci. (Ride. E io pure!)

Prima Bridget Jones e poi la Gina: dovremo dire definitivamente addio ai colpi di fulmine in metropolitana?

Non so, io sono una Gina claustrofobica e, se prendo la metropolitana, mi viene un colpo. Sì, ma senza fulmine.

 Erika POMPILI

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