Spesso noi genitori ci lamentiamo dell’alimentazione dei nostri figli, sempre più attratti da ciò che viene definito cibo spazzatura, e sempre meno da tutto ciò che, invece, è sano.

Ma dovremmo ricordarci che gli artefici della loro educazione alimentare siamo proprio noi e che, se non hanno imparato ad apprezzare minestroni e sformati di verdure, la colpa è anche nostra. Come fare, dunque, per tornare sulla retta via?

Considerando che le buone abitudini si acquisiscono durante l’infanzia, e che i bambini spesso imitano gli adulti che li circondano, sta proprio a mamma e papà dare il buon esempio. Il piccolo non ne vuole sapere di frutta e verdura? Ebbene, facciamole diventare parte fondamentale dei pasti della giornata, magari presentandoli nel piatto in maniera accattivante e accostati ad una pietanza che il bambino gradisce.

Via libera alla fantasia, dunque, e ai colori, che, nel piatto, possono davvero fare la differenza. Importante è rendere i bambini partecipi della vita quotidiana, anche quando si deve fare la spesa.

Se si va al supermercato, meglio soffermarsi di fronte ai reparti di cibi freschi e sani, saltando decisamente quelli dedicati a merendine e altri tipi di cibi confezionati.

Se, inoltre, si abita vicino a qualche azienda agricola che vende i propri prodotti, perché non andarci insieme ai figli? In questo caso, impareranno molto da ciò che troveranno e da ciò che verrà loro spiegato.

Ma, se è vero che mangiare sano il più possibile è la soluzione migliore per la salute, è altrettanto importante non essere eccessivamente integralisti e concedere, ogni tanto, uno “strappo alla regola”.

Conosciamo tutti la regola secondo la quale se una cosa viene categoricamente proibita, diventerà anche quella più desiderata. Ebbene, ciò accade anche e soprattutto con il cibo.

E allora, concediamo ai bambini, con una cadenza decisa da noi, qualche “pasticcio” di quelli che ai bambini piacciono tanto, e che spesso amano anche i grandi.

Che si tratti di una merendina o di un sacchetto di patatine dipende solo da noi e dal “peccato” che vogliamo concederci.

Sicuramente, potersi sedere a tavola con tranquillità e dedicare a questo momento il tempo che merita è basilare.

Non sempre è possibile, ma ogni qualvolta che si può, occorre soffermarsi su ciò che si sta facendo e mangiando, magari instaurando una discussione interessante, per evitare che i piccoli “schizzino via” prima del tempo.

Come già detto, i bambini, anche se piccoli, vanno resi partecipi della vita di famiglia e, per questo, dare loro dei compiti li gratifica e li fa sentire importanti.

Mentre mamma e papà preparano la cena, allora, perché non chiedere ai figli di apparecchiare la tavola? Se potranno scegliere loro la disposizione dei posti a sedere o il colore dei tovaglioli, lo faranno ancora più volentieri.

E sedere a tavola non sarà una tortura, perché i bambini saranno impazienti di far vedere la tavola imbandita da loro.

Se, poi, i bambini sono abbastanza grandi, è possibile coinvolgerli anche durante la preparazione del pasto. Cominciando da una semplice mescolata dell’insalata, o dell’impasto per la torta, si arriverà lentamente a dare loro compiti più importanti, che serviranno per capire come arriva in tavola quella determinata pietanza e quali ingredienti sono stati utilizzati per cucinarla.

Uno dei momenti più critici è, sicuramente, quello della merenda, perché, un po’ per fretta e un po’ per pigrizia, si vorrebbe ripiegare su uno snack preconfezionato, veloce e facile da preparare e da far accettare.

Ma se, invece, si proponesse loro un frullato, pane e marmellata o un dolce preparato insieme, preparato insieme la sera prima?

Verrebbe apprezzato molto di più, perché in questo caso, oltre a sfamarsi, il piccolo si renderebbe conto che la mamma ha trascorso del tempo con e per lui, per dargli una merenda personale e gustosa.

Tentare non nuoce…

Vera MORETTI