Da decenni protagonista di eventi mondani e sfilate di moda su entrambe le sponde dell’Atlantico, Nan Kempner, è morta domenica nella sua casa di Manhattan. Aveva 74 anni.

Così titolava i lNew York Times il 5 luglio 2005 ricordando una delle più famose socialites degli ultimi decenni.

Nan Kempner ha fatto della propria vita una parabola vissuta all’insegna dell’eleganza: socialite, protagonista indiscussa del jet set, avida collezionista di capi haute couture ed insuperata icona di stile.

I primi anni 

Ma partiamo dall’inizio. Nan Field Schlesinger nasce a San Francisco nel 1930, unica figlia di Albert “Speed” Schlesinger, il ricco proprietario della più grande catena di concessionarie d’auto americana. È lui a dirle, ancora ragazzina, che “sul tuo viso non puoi contare più di tanto: ti conviene essere interessante”.

Nel tentativo di conquistare papà, Nan emula la madre, donna elegantissima e sofisticata, che le insegna che “esistono solo tre colori: il rosso, il nero e il grigio. E i tacchi sono i tuoi migliori amici”.

Fin da giovanissima, si immerge nel guardaroba della madre, iniziando a sperimentare quegli accostamenti eccentrici e personali che segneranno il suo stile adulto. Sempre a dieta e grande fumatrice visse  magra come un gambo di sedano anche grazie agli estenuanti allenamenti a cui si sottoponeva quotidianamente.

All’Università del Connecticut, dove non si laureò mai, trovò marito, un marito che la accompagnò per tutta la vita.

Il matrimonio

Thomas Lenox Kempner, nipote di Carl Loeb e futuro banchiere di successo, rimase stregato dalle gambe fasciate dalla minigonna Dior che Nan indossò al primo appuntamento. Dopo un anno “sabbatico” a Parigi in cui Nan studiò infruttuosamente con Fernand Legere, la sposò.

In pochi anni, i Kempner diventarono il fulcro della vita mondana, i socialites per eccellenza. Sull’arte di ricevere, Nan scrive anche un libro, “R.S.V.P.”, i cui proventi sono andati  in beneficenza. Ed è proprio nel campo del charity che i Kempner spiccano sul serio, avendo raccolto negli anni, grazie a iniziative di Nan, più di 75 milioni di dollari destinati per la maggior parte alla ricerca sul cancro.

“Compro più abiti di quanti dovrei, meno di quanti vorrei”: disse in più di un’intervista. Quando non organizza cene o raccolte fondi, Nan Kempner è in atelier o alle sfilate.  Amica e musa di Saint Laurent, Valentino, Mainbocher e Balenciaga, accumula la più vasta collezione di alta moda del mondo, oggi in gran parte custodita nel Fine Arts Museum di San Francisco.

Il suo stile si distingue per l’estro con cui mixa marchi e capi, e per il tocco maschile che introduce nei propri outfit.

Veste alta moda per le sue serate, ma di giorno  predilige uno stile “artificiosamente rilassato”, come lo definisce lei, con jeans Levi’s 501 e camicia da uomo.
Fu anche corrispondente per Vogue France e Fashion Editor per Harper’s Bazaar,  firmò diverse consulenze per Tiffany & Co.  e fu ambasciatrice per Christie’s. Nel 1973, l’amico Andy Warhol la ritrasse in una delle sue opere iconiche.
Fu una delle prima donne ad ammettere di essere  ricorsa alla chirurgia plastica, quando morì nel 2005 attorniata dal marito e dai tre figli ebbe un’unica richiesta. “Seppellitemi nuda, ci sarà senz’altro qualche bella boutique nel luogo in cui sto andando”.
Silvia GALLI