Ebbene sì, ancora oggi, ancora nel 2018, è necessario celebrare una giornata mondiale contro l’omofobia. Siamo, per tanti, troppi versi ancora nel Medioevo di una società che possa definirsi moderna, al passo con i tempi.

Omofobia, una parola che vuole dire tutto e non vuol dire niente. Le definizioni sul vocabolario lasciano quanto meno stupiti: la prima è “Si definisce omofobia la paura ossessiva di scoprirsi omosessuale“, mentre la seconda che, a nostro parere è ancora più devastante “L’avversione nei confronti degli omosessuali“.

Bene se è assurda, ma per certi versi comprensibile, soprattutto in età giovanile ed adolescenziale, la paura di scoprirsi differenti dagli standard ritenuti normali per la comunità, la seconda definizione non dovrebbe davvero avere senso di esistere.

Eppure, in Italia, ma in tutto il mondo, a dire la verità, purtroppo è giusto ricordare che ci sono persone che a  questo tipo di apertura mentale non sono ancora arrivate.

Fa piacere sapere che anche la Chiesa Cattolica, che da sempre ha preferito trincerarsi nel silenzio (quando non ha fatto esternazioni quantomeno discutibili) si sta muovendo in questo senso grazie, soprattutto alle indicazioni di Papa Bergoglio. Ma siamo ancora lontanissimi da una situazione di serenità.

Qualche numero lo fornisce il numero verde gay help line : “negli ultimi 12 mesi 400, tra ragazzi e ragazze dai 12 ai 25 anni, ad aver denunciato abusi in famiglia a causa della propria omosessualità, con il 21% di questi segregati in casa, il 31% picchiati e il 43% impossibilitati ad uscire una volta tornati da scuola”. Un altro dato che emerge è anche l’età sempre più giovane degli aggressori e ricattatori che in diversi casi sono anche minori.

Noi, dal canto nostro,non possiamo fare altro che farci portavoce della manifestazione promossa da Tiziano FerroStop Hate, che  si terrà in piazza della Scala, a Milano, alle ore 11.00 di sabato 19 riportando il post che il cantante ha condiviso sui suoi account social: “Contro l’insufficienza della attuale legislazione e la necessità di tutelare le vittime dei reati d’odio, che sono oggi amplificati dalla mancanza di regole adeguate all’interno dei social network. #STOPHATE per sconfiggere insieme la cultura dell’odio“.

Silvia GALLI 

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