Musica, X Factor (su cui è meglio glissare), Sanremo, due film, la passerella del Festival del Cinema di Venezia, lo shopping, la moda. E gli anni 80? «Sono quelli sinceri: sono gli anni in cui jeans rispettavano le forme delle donne vere. Com’è che i jeans degli anni 80 tiravano su, contenevano e tutte le donne erano belle senza quei “fit“….?».

Comincia così la nostra chiacchierata con Arisa che, ci confessa, nutre un autentico amore gli anni 80.

Possiamo parlare di passione?
Sì e per tanti versi. Della moda amo il vintage, non necessariamente “vecchio” e usato, anzi, ad essere precisa amo il vintage anni 80 di Versace. Se mi andasse male con la musica aprirei un negozio che fa ricerca di pellami e capi introvabili. Sa, quelli con certe pelli, filati che nessuno tiene più. Amo gli anni 80 per i loro colori vivibili e veri, per le forme geometriche-strutturate. Sono stati degli anni incisivi, quelli in cui tutto è cambiato ed ha preso una direzione diversa da ciò che c’era prima. La sperimentazione di quegli anni era intelligente e molto coraggiosa.

Il personaggio del cuore?
Mi sono rimasti Donatella Rettore, Loredana (Berté, N.d.r.), Mimì (Mia Martini, N.d.r.), Viola Valentino, Giuni Russo…

Un po’ la ricorda nel nuovo look…
Grazie, è un bel complimento!

E stranieri: si sente più Spandau Ballet o Duran Duran?
Negli anni 80 ero veramente piccola, sono nata nel 1982, non me li ricordo bene. Negli anni 90, però, so che andavo matta per gli Snap.

La sua hit parade?
Oggi è: Daniel dei Bat For Lashes del 2007; Crystalized degli X 6. Mi piace Cristina Donà e quella canzone che dice: «Se hai già provato le ortiche, riconosci la seta».

Qualche giorno fa ha inviato un tweet accorato a Fiorello “per ridarci il Festivalbar”
Ho scritto a Fiorello e spero sia fattibile. Sogno di fare la cantante da quando ho visto per le prime volte il Festivalbar in televisione. E’ uno spettacolo troppo grande che ci hanno tolto e, cosa più importante, portava la musica a tutti. Non per essere polemica, ma tutti questi “disco d’oro”, “disco di platino”… Parlo da persona che ha avuto le sue soddisfazioni musicali: Fiorello per me è l’unico che potrebbe riportarci il Festivalbar per accomunare gli stili, per far conoscere alle persone anche quello che non va a Sanremo, che non vende 90 mila copie ma è prodotto da gente che lavora perché questo è un la-vo-ro.

Tiene tanto a questo aspetto…
Quando noi siamo a Sanremo siamo alla mercè delle critiche di tutti. So che siamo personaggi “pubblici”, e lo scriva tra le virgolette, ma ci si dimentica del fatto che noi stiamo lavorando. Che noi investiamo, veramente, energie e tempo per cercare di restituire cose interessanti alle persone: cerchiamo di dare noi stessi. Ci vorrebbe una persona con un grande cuore come Fiorello per abbattere i limiti della musica e restituirci il Festivalbar.

Che faceva tanto vacanze: quando arrivava il Festivalbar finiva la scuola ed era vacanza. Che ricordo ha delle sue estati da bambina e che cosa si aspetta da questa estate?
Per questa estate mi aspetto tanta campagna. Farò dei concertini e sarò nelle piazze con un tour molto tranquillo (ha già partecipato alle Milleluci di Platinette, N.d.r.), tra bei posticini e teatri, giusto per restare in allenamento. Vacanze normali un po’ al mare e un po’ in campagna. Scelgo dei posti da scoprire: mi piace vivere per un po’ in un posto diverso per riappropriarmi delle mie facoltà.

In che senso?
Mi piace cambiare. Mi piace conoscere nuove persone, non per forza per lavoro o perché sono “Arisa”: mi piace avvicinarmi a posti con una cultura diversa, senza andare all’estero. Io trovo che ci siano delle usanze meravigliose e che si possano creare degli interessanti scambi culturali anche a distanza di pochi chilometri.

Le trascorrerà con un amore?
Eh… tutto a posto!

Ci spara una meta: Cividale del Friuli. Che non fa anni 80, ma alla Sincerità di Arisa crediamo anche così.

Paola PERFETTI

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