Abbiamo imparato – finalmente- il significato di smart working, lavoro agile, lavoro da casa. No, non è più semplice, anzi spesso e volentieri, come in questa situazione critica, è soffocante.

Ecco perché è importante utilizzare alcuni accorgimenti per rendere più agevole la “postazione lavorativa”.

Il primo e più importante accorgimento è anche il più difficile da utilizzare: la sedia ergonomica. Chi ce l’ha a casa? Quasi nessuno, eppure sarebbe davvero la cosa più utile, perché stare seduti in maniera corretta alla giusta distanza ed altezza dal piano di lavoro evita numerosi fastidi come mal di schiena e cervicale.

Se proprio non è possibile portare a casa, dopo opportuna sanificazione, la sedia dell’ufficio, almeno si cerchi una posizione il più possibile simile a quella tenuta alla scrivania. Da evitare il lavoro sul divano, a letto, per terra, insomma in tutte quelle posizioni che non sono quelle abituali.

Un’ alternativa molto amata negli States è la palla su cui sedersi, molto utile per rinforzare i muscoli di gambe e schiena, ma di difficile utilizzo per chi non è abituato.

Quando si è a casa, si tende a non prendersi le giuste pause, quelle che vengono naturali quando si condivide l’ufficio con i colleghi, quindi la parola d’ordine è timer per pause. Soprattutto pause dalla fastidiosa luce fluorescente del portatile.

La luce fluorescente è brillante ed emette molta luce blu , il che può far socchiudere gli occhi per il fastidio e, di conseguenza,  far male agli occhi”.  Ogni 20 minuti, sarebbe bene guardare qualcosa a circa 20 piedi di distanza per 20 secondi. 

Non sono molti venti secondi, certo non influiscono sulla produttività, ma aiutano sensibilmente la vista e la stanchezza degli occhi: vale la pensa pensarci su e mettere un timer per ricordarsene, o no?

E’ difficile ma si può fare, poi, non dobbiamo uscire, ma possiamo sederci sul balcone di casa a prendere una boccata d’aria, magari al sole che aiuta per l’assorbimento della vitamina D e ogni tanto pensare che è un sacrificio, ma che dobbiamo farlo, per forza.

Silvia GALLI