Il tronista: Appartiene alla fauna di nuova generazione, quella nata da una costola di Uomini e Donne di Maria De Filippi. Il tronista è quel genere di uomo che, citiamo Simona Melani, è solitamente “più depilato di me, con i capelli tinti o mechati“, è quello che si sfoltisce le sopracciglia, dando loro la forma di ali di gabbiano, è quello che si ammazza di palestra per diventare gonfio come Mastro Lindo, onde poi fasciare il suo corpo bello che scolpito in abiti attillatissimi e camicie aperte fino all’ombelico. Il tronista, poi, è un genere di uomo che ama molto i gioielli, specialmente le collane lunghe (vanno bene anche i grani del rosario) sul petto nudo (la camicia sbottonata serve a quello), e gli orecchini brillantissimi. State pur certe che se incontra una vetrina per strada ci si specchia prima di voi.

Il mammone: Non è un uomo, è una tragedia. Se al primo appuntamento, vi nomina anche una sola volta la mamma, scappate a gambe levate! Gli altri appuntamenti potrebbero rivelarsi una perpetua ode a quella santa donna di loro madre: quella che li ha messi al mondo, quella che gli raccomanda di mettere la maglia di lana, quella che li chiama mille volte al giorno e specialmente nel momento meno opportuno (leggi alla voce sesso). State certe che le sue lasagne saranno sempre le migliori e la sua torta di mele pure. Lei farà sempre il bucato meglio di voi, inamiderà polsini e colli delle camicie meglio di voi. Nella loro vita c’è spazio solo per una donna, e non siete voi. Rassegnatevi o fuggite.

Calciofilo: Quelli che se non guardano la partita di campionato, guardano quella di Champion’s o di Europa League. Quelli che in alternativa giocano a calcetto, quelli che in alternativa dell’alternativa giocano a calcio, credendo di essere Maradona, alla Playstation. Quelli che se la loro squadra del cuore perde la sera non si limona e il lunedì scendono giù al bar a litigare con i tifosi della squadra avversaria. Riescono ad interessarsi a noi solo se ci denudiamo e copriamo l’indispensabile con la maglia della loro squadra. Altro che baby doll.

Il “braccino”: Tendono a parlare molto delle loro serate nei più esclusivi club della Sardegna a bere champagne, della loro macchina super costosa (sempre tirata a lucido, come fosse un prolungamento del loro ego), delle cene costose che hanno gustato, degli alberghi di lusso nei quali hanno soggiornato. E tu ti senti una pezzente fino a quando non arriva il conto della cena e lui propone di smezzare… ciascuno paga il suo. Prendete lo scontrino e pagate voi, anche per lui. Chi è tirchio con le persone che dovrebbe amare, è tirchio anche nei sentimenti.

L’egoriferito: “Soggetto che tende a tener conto solo del proprio punto di vista, dei propri pensieri, desideri, problemi, gli altri non vengono visti, né compresi veramente“. Lui lavora più di te, è sempre più stanco di te, ha problemi più grossi dei tuoi, le sue idee sono sempre quelle più giuste, ha fatto studi migliori dei tuoi, il suo lavoro è certamente più prestigioso del tuo. Lui, lui, lui e sempre lui. Qualora la definizione non fosse sufficiente.

Lo zarro: Tipologia che comprende vari sottogeneri. Lo zarro è il tipo in canottiera con i pantaloni stretch e bianchi, con gli occhiali da sole la sera. L’uomo da discoteca undergorund, insomma. Ma nella categoria zarro potremmo anche farci rientrare anche il tronista, o il tipo che ciancica il chewing gum a bocca aperta rumorosamente o ancora quello che mette la musica a palla in macchina con i finestrini abbassati così che tutti possano sentire.

Il metallaro: La fase rock, quella della ribellione, quella in cui vogliono farsi crescere i capelli, imparare a suonare la chitarra per entrare in una metal band, credono nel verbo di Kurt Cobain e indossano pantaloni di pelle, jeans stracciati e T-shirt sbrindellate la passano tutti. Quando a quarant’anni, però, si presentano ancora con i capelli lunghi fino alle spalle, il chiodo di pelle, la bandana dei Guns’n’Roses e la maglietta dei Metallica, forse è il caso di mollare il colpo.

L’ignorante: Quelli che la grammatica questa sconosciuta. E non parliamo, facciamo bene attenzione, di accento acuto o grave sul perché. Ma di quelli che non imbroccano il congiuntivo, che fanno errori di ortografia nei messaggi, quelli che ignorano, citiamo Silvia Galli, quale sia la capitale della Francia. Si è lottato tanto in Italia, e non solo, per l’istruzione obbligatoria, perché dovete scempiare la nostra bella lingua italiana? Studiate, capre.

L’insicuro: No e poi no. Dobbiamo portare i pantaloni ogni giorno, dobbiamo mettere a posto i tubi del lavandino da sole, dobbiamo fare i conti con il commercialista, dobbiamo tenere il coltello tra i denti per combattere contro uomini che ci reputano delle oche solo perché donne. Dobbiamo fare la spesa e portare, se necessario, casse d’acqua al quinto piano non ascensoriato. Dobbiamo prendere decisioni da sole. Ci manca solo che anche nel rapporto di coppia dobbiamo fare l’uomo. No. Prendetela anche voi ogni tanto l’iniziativa. Scegliete il ristorante dove portarci a cena. Fatevi vedere sicuri e certi. Perché non è vero che siamo principesse da salvare, ma ogni tanto ci piacerebbe anche rilassarci.

 

Pinella PETRONIO

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