Fino a poco tempo fa la pratica era riservata al jet set, ma oggi, sposarsi in un paradiso lontano o nella più romantica delle capitali è diventato possibile e, a ben vedere, anche molto meno costoso rispetto ad un matrimonio nella chiesa o sala comunale della propria città.

Esattamente come succede in Italia anche per sposarsi all’estero è necessario seguire un iter burocratico e presentare determinati documenti, differenti a seconda se si sceglie la cerimonia civile o religiosa e soprattutto diversi a seconda del Paese in cui si decide di sposarsi. Ad oggi non in tutti i Paesi del mondo è possibile celebrare un matrimonio che sia poi valido anche in Italia, il tempo per muoversi e per informarsi presso l’ambasciata italiana  va calcolato, non si può certo decidere di sposarsi alle Hawaii quando si è già sull’isola come succede nei film.

Spesso, oltre ai documenti necessari e ai costi della pratica,è necessario un periodo di permanenza preventivo, richiesto da molti Paesi e che varia da 1 a 15 gg a seconda della meta.

Non c’è da spaventarsi e, anche se la mole di documenti da preparare sembra insormontabile ci sono parecchie agenzie di viaggio che sono in grado di prendersi in carico tutta la pratica lasciando decidere agli sposi solo le cose più divertenti e spensierate.

Un’ulteriore alternativa consiste nel celebrare un matrimonio figurativo all’estero: una cerimonia che nn ha alcun valore legale in Italia ma che viene ugualmente celebrata come promessa di amore eterno tra i due partner. Gli sposi potranno poi decidere o meno di trasformare in nozze la promessa negli uffici preposti presso le città italiane di residenza.

Infine, ma non meno importante, all’estero, in un paradiso tropicale, ma anche a Parigi, a Las Vegas o a New York, ci si può ri-sposare e questa sì che potrebbe essere una sorpresa per il partner che all’oscuro di tutto potrebbe essere invitato a rinnovare le promesse in un anniversario importante…

Non è forse super romantico tutto ciò?

Silvia Galli

 

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