Per qualche strana ragione, molte di noi trattano ancora il ciclo mestruale come se fosse una cosa da nascondere. Ne parliamo in codice (se mamme pancine vi dice qualcosa sapete di cosa stiamo parlando). Ci ritroviamo a infilare i tampax dentro le maniche o sotto la maglietta per non farci vedere da nessuno mentre ci dirigiamo verso il bagno. Non parliamo delle pubblicità degli assorbenti che sono state per anni a dir poco ridicole, libere come delle farfalle diceva il claim, libere di mandare a quel paese queste cretinate. Capitano anche i commenti non richiesti e bisogna sopportare i dolori mestruali e le considerazioni superficiali delle persone che non sanno nulla di noi.

Mestruazioni si può dire e anzi, sono una cosa perfettamente normale e, senza la quale, nessuno di noi sarebbe qui a discutere, dobbiamo chiamarle con il loro nome. Basta dire ‘le mie cose’, ‘in quei giorni’, basta, chiamare le cose con il proprio nome è già una liberazione! Questo, è il periodo buono.

Abbiamo visto le attiviste del free bleeding farsi sentire, la petizione contro le tasse (assurde!) sugli assorbenti e i murales dell’artista Liv Strömquist nella metro di Stoccolma che ha mostrato al mondo le mestruazioni in modo diretto, senza indorare la pillola. (Qui accanto un’opera dell’artista). Senza contare la discussione sul congedo mestruale che esiste già da anni in Giappone ed anche in Inghilterra.

Le mestruazioni devono diventare sempre meno misteriose e dobbiamo e vogliamo parlarne apertamente, condividere esperienze e anche suggerimenti che possano alleviare il dolore che molte donne, purtroppo, patiscono. Sono 72 milioni i casi in Europa che vivono una situazione di disagio, mese dopo mese.

Abbiamo assistito al lancio di un nuovo prodotto, specifico per le donne che soffrono di dismenorrea. La novità arrivata proprio in questo periodo in Italia si chiama Livia. È un device creato apposta per supportare coloro che soffrono di dolori mestruali senza l’utilizzo di farmaci. La tecnologia applicata è quella dell’elettro-stimolazione ed è basata sulla “Teoria del cancello” o Gate Control Theory (ovvero chiudere le porte al dolore).


Come funziona? Attraverso 2 elettrodi, vengono trasmessi degli impulsi elettrici leggeri con una frequenza appositamente studiata (per elaborare questo device ci sono voluti 5 anni di studi). Questi particolari impulsi mantengono i nervi occupati, bloccando i segnali di dolore inviati al cervello. Senza segnali il dolore non è più percepito e si avverte una sensazione di sollievo. Si carica con una presa USB e dura circa 12 ore, non ci sono controindicazioni ed è possibile regolare, in base ai propri dolori, l’intensità degli impulsi.

Gli elettrodi sono adesivi e vanno applicati nella zona di maggiore dolore, solitamente nel basso ventre o la zona lombo sacrale. Livia è molto compatto, va agganciato ai pantaloni o alla gonna ed è molto discreto, anzi è praticamente invisibile sotto gli abiti. Visto che però si tratta di un oggetto che è dedicato alle donne ha un design molto carino ed è possibile variare i colori della cover e scegliere quello che più ci piace.

Può essere indossato anche in palestra, ovviamente a lavoro, in ufficio, dovunque e per tutto il tempo necessario. Insomma può toglierci un po’ di fastidi e lasciarci solo indecise su che cioccolata comprare.

Martina ZANGHI’