“I bambini al mare non dormono perché il mare li stanca troppo” oppure “ I bambini al mare non mangiano perché sono nervosi” ed ancora “I bambini non devono mai stare al sole svestiti”. Sfatiamo proverbi e dicerie e diamo retta al buon senso: solo così potremo trascorrere una vacanza serena.

I bambini sono abitudinari, per cui è probabile che l’arrivo in un luogo diverso e divertente come può essere la spiaggia catalizzi la loro attenzione in maniera smisurata e renda difficile distoglierli da castelli di sabbia e giochi nell’acqua, ma con un pizzico di diplomazia ogni genitore saprà come convincere il proprio piccolo.

Magari la prima notte sarà un po’ problematica, più per il letto diverso da quello di casa  che per l’aria di mare.

Un discorso analogo si può fare per quanto riguarda l’alimentazione: con il caldo succede quasi a tutti di avere meno appetito e, anche per i bimbi, piatti freschi e gustosi sono da preferire ai pasti caldi che si preparano in inverno. Anche se si consumano pasti più leggeri è comunque importante non dimenticarsi di far trascorrere tre ore prima di fare il bagno.

L’esposizione al sole merita qualche ragionamento in più: nelle ore più calde, dalle 12 alle 16 i bambini non devono essere esposti ai raggi solari diretti. Ben venga dunque che stiano sotto l’ombrellone e che indossino sempre un cappellino protettivo (se non è possibile portarli a casa).

Anche al riparo dell’ombrellone tuttavia, è importante che la pelle delicata dei più piccoli sia protetta da una crema a schermo totale che non impedisce l’abbronzatura, ma preserva dalle ustioni. Quelle sì che farebbero perdere notti di sonno e non solo!

Anche in questo caso la saggezza popolare ha un fondo di verità, ma va interpretata: certo i nostri nonni nemmeno sapevano cosa fosse una crema solare e certamente la loro idea di spiaggia era ben lontana dai modernissimi stabilimenti delle nostre riviere dotati di ogni confort.

Silvia GALLI

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