Settembre non è ancora finito, a scuola l’orario è ancora provvisorio, tuttavia la chat delle mamme di whatsapp ha già ripreso a pieno ritmo a scaricare le già delicate batterie degli smartphones.

Le chat di gruppo che hanno soppiantato varie comunicazioni sul diario dei figli, interminabili telefonate serali ed eterni colloqui con gli insegnati sono diventati croce e delizia di ogni genitore perché al di là dell’indubbia utilità riescono troppo spesso ad invadere quella sfera intima ed inviolabile che è la famiglia.

Ecco perché abbiamo pensato di stilare, con l’aiuto delle nostre lettrici,  una lista con tutti comportamenti che sono da bandire in una chat di gruppo (quella delle mamme è solo uno dei più grotteschi esempi)

– no a chi spezza le frasi in mille parti (con la spiacevole conseguenza di almeno mille notifiche)

– no a chi scrive in caps lock

– no a chi manda mille immagini, tutte o quasi, inutili

– no a chi approfitta di un gruppo nato per un preciso scopo, per parlare di tutt’altro

– no a chi scrive ad orari improbabili e con orari improbabili si intendono quelli che i nostri genitori trovavano sconvenienti per telefonare a casa di qualcuno quando noi eravamo piccoli.

no ai dialoghi “one to one”  in un gruppo

– no all’estrema passività: in una chat dove si cerca di organizzare una cena non basta che Piero scriva “ok ci sono” e subito sotto sempre Piero notifichi che “ha abbandonato il gruppo”

– no a chi scrive K al posto della C e in generale tutti quegli acronimi che la rete ha ingiustamente sdoganato; analogamente no a chi pensa di comporre periodi completi utilizzando solo emoticon

– no agli inserimenti a tradimento (Prima si avverte, soprattutto se non si tratta di un gruppo di amici che si conosce reciprocamente)

– no alla chat come terapia di gruppo

– no alla chat ad oltranza. Dopo un po’ anche l’argomento più interessante diventa noioso

– no ai grazie, ok, brava, bravissima etc moltiplicati per tutti gli appartenenti al gruppo per tutti i gruppi di classe che, moltiplicato per il numero di attività ed ancora per il numero di figli rendono la vita e il telefono più luminoso e rumoroso che la parata di Natale a Disneyland. Sappiamo bene che siete tutti educati, non è un messaggio istantaneo che lo dimostra.

– no alle chat di pubblica utilità a meno che non sia realmente utile. Serve un esempio? Sono fastidiose le chat delle mamme che chiedono se qualcuno ha trovato il libro o il calzino del figlio/a e tutti rispondono no. E, alla fine, la mamma che aveva scritto l’appello comunica di aver trovato il libro dalla nonna!

Per quanto riguarda le condoglianze su un Whatsapp di gruppo ci piace pensare che non siano venute in mente a nessuno…

Bene è tutto chiaro? Il galateo della chat l’avete stampato e lo studierete a memoria nelle prossime ore? Serve ancora un’ultima raccomandazione, forse inutile, ma non sempre: attenzione a quando si insulta o si sparla di qualcuno, meglio controllare che non faccia parte del gruppo…

Silvia GALLI
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