L’esperta di moda e stile americana Jacqui Stafford ha dettato la sua lista di indicazioni per lo stile “MOB” Mother of the Bride, (madre della sposa n.d.r.)

Innanzitutto non è necessario, anzi spesso è fuorviante, cercare un abito da mamma della sposa, troppo spesso si incappa in modelli che sembrano usciti da un’altra epoca e non rispecchiano assolutamente lo stile di chi li indossa, poi è molto importante che madre e figlia si parlino. E’ un bene che gli stili siano armonici, che si sia sintonia tra le due donne anche se gli abiti sono e devono essere totalmente diversi.

La regola del non mostrare troppo di sé vale in quest’occasione ancora di più rispetto alle altre occasioni formali, tuttavia se ci sono, nel corpo della mamma, dei punti forti, vanno valorizzati. E se non ci sono? La Stafford minimizza dicendo che “Un corpino aderente ed una gonna svasata funzionano quasi sempre molto bene: danno l’illusione di una figura a clessidra che è proprio quello che si vuole ottenere”.

Sopra all’abito per Jacqui Stafforf è assolutamente vietato indossare giacchini e boleri che ingoffiscono qualsiasi figura, per stole e scialli invece, servono braccia e spalle toniche.Ben vengano invece le giacche lunghe, specie sui pantaloni e i cappottini da sera in tessuti preziosi, anche rigidi.

Sui colori non c’è che l’imbarazzo della scelta anche se, in America si dice che “marrone e oro sono i colori della regina”. Sono comunque adatti tutti i colori, le tonalità gioiello metallizzate e anche le tinte pastello.

Il consiglio più importante e che ci sentiamo di condividere al 100% è che l’abito deve essere importante, sì, ma non deve essere carico. Anche un tubino nero, con gli accessori giusti può essere adatto, mentre il tendone da teatro non lo è mai.

Anche se il galateo dice di no, ormai i tempi sono cambiati ed il senza calze è stato ampiamente sdoganato purché, naturalmente, la pelle sia idratata e la pedicure perfetta. Se il senza calze è stato sdoganato, il collant tinta carne assolutamente no, mai.

Sia che l’abito sia costruito sia che abbiate preferito linee fluttuanti, sotto l’abito, la soluzione vincente è un intimo “shaping” (modellante n.d.r.) che riesce a nascondere qualche difettuccio.

Serve altro? Noi siamo d’accordo con Jacqui Stafford, ma ci permettiamo di aggiungere che la prima regola che ogni “Mob” deve ricordare è che la protagonista è sempre e comunque la sposa.

Silvia GALLI

 

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