è stato un matrimonio da sogno tra pochi intimi (una cinquantina in tutto gli invitati) che si è tenuto al municipio di Mazan, in Provenza, a circa 12 chilometri da Marsiglia.

Nessun velo con strascico o scarpa con tacco altissimo: una coroncina tra i capelli stile figlia dei fiori, abito senza spalline con corpetto e gonna plissettata color cipria e ai piedi niente tacchi, ma un paio di ballerine dello stesso colore tenue e romantico del vestito. Una cerimonia bucolica e informale, la cui parola d’ordine è stata riservatezza. Non c’è stato bisogno di ritirare gli smartphone degli ospiti, che al posto di twittare o pubblicare sui social immagini e indiscrezioni sulla giornata hanno preferito tenersi per sé momenti così toccanti e importanti.

Outfit semplice per la sposa ma anche per gli invitati, che indossavano per lo più abiti casual o jeans. Nessuna traccia di carrozze o limousine: al termine della cerimonia i neosposi sono saliti a bordo di una vecchia Renault Clio, direzione vigneto di famiglia.

«Una sposa affascinante, molto semplice e modesta nel suo atteggiamento, così come il suo sposo – li ha descritti il sindaco Navello – Ho avuto l’impressione che fossero molto emozionati. Ho letto loro la formula in francese, alla presenza di un interprete, per poi ripeterla anche in inglese. Mi hanno risposto “oui” e poi “yes”».

«Un paio di giorni fa ero stato informato della necessità di mantenere il più assoluto riserbo sulla coppia che mi apprestavo a sposare, e così ho fatto: non ho rivelato nulla nemmeno ai miei consiglieri. È stato un evento insolito per me: finora mi è capitato di unire in matrimonio solo ragazzi del luogo. Di Keira e del suo neo-sposo James non sapevo davvero nulla», ha proseguito il primo cittadino.

Perché diciamocelo: il giorno più importante della propria vita deve essere vissuto così, senza fronzoli o incursioni di paparazzi.

Giulia DONDONI

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