Da sempre le spose comminano all’altare tenendo in mano un mazzo di fiori, il classico bouquet che, proprio perché classico tende sempre a somigliare ad uno già visto.

Personalizzare il proprio bouquet per renderlo unico è possibile, vediamo come.

Articoli sentimentali

Non c’è modo migliore per personalizzare il  bouquet che usare oggetti speciali che significano qualcosa, sostiene  Jinger Leonard. Si usa spesso pizzo o tessuto dell’abito da sposa della madre o della nonna che possono essere legati attorno agli steli del bouquet o modellati in un fiocco.  Non tralasciamo però fedi antiche, immagini di un caro defunto, o anche, perché no le spille del club di appartenenza al college.

Oggetti religiosi

Courtney Kroymann,  suggerisce di personalizzare il  bouquet con elementi religiosi. “I grani del rosario e le collane possono essere avvolti e appuntati sul nastro. Lei è anche una grande sostenitrice dell’uso di “ciondoli, medaglioni, spille, anelli e altri gioielli” sui manici dei suoi mazzi di fiori

Niente fiori

Per essere originale è originalissimo, ma vediamo se può essere anche raffinato! Kroymann dice di aver visto sempre  più donne selezionare mazzi di piante grasse , che fdanno una pennellata di colore e possono vivere a lungo dopo il grande giorno. Alcune hanno preferito piegare pagine di libri e giornali in fiori modello origami. Noi ci chiediamo se sia davvero il caso. A Shakespeare farebbe piacere accompagnare le spose lungo la navata? Forse no.

Oltre il bouquet 

Un bouquet di fiori freschi è tutt’altro che l’ unica opzione. Ad esempio, si potrebbe chiedere alle damigelle d’onore di portare piccole lanterne che forniranno un’atmosfera magica ed eterea all’intera cerimonia. Allo stesso modo, si può chiedere a damigelle e paggetti di portare cestini, borsellini, orologi o  ventagli di carta. “Una speciale Bibbia di famiglia o potrebbe essere utilizzata per le letture in una cerimonia religiosa” 

Infine si potrebbe pensare ad un bouquet di erbe officinali o ancora di verdure ed ortaggi, magari meglio i limoni delle melanzane, nel caso.

Silvia GALLI