C’era una volta in un tempo lontano, lontano una donna costretta a districarsi tra pentole, fornelli, bambini urlanti e marito troppo pigro per aiutarla. Oggi, per fortuna, i tempi in cui i figli erano solo “cosa” della madre e i padri rimanevano seduti sul divano a guardare la partita, sono lontani anni luce. Gli uomini si sono finalmente resi conti di servire non solo al piacevole momento di farlo il bambino, ma anche dopo, quando c’è da cullare il pupo che continua a strillare nel cuore della notte. David Beckham, aitante calciatore del Paris St. Germain, è un perfetto esemplare di papà moderno.

Altro che feste, divertimenti e donne, lo sportivo più amato (e pagato) al mondo è tutto casa e famigghia e non fa parte di quella categoria di uomini che non vede l’ora di svignarsela da casa per non sentire le lamentele della moglie e i piagnistei dei propri bambini, anzi. David Beckham proprio non riesce a stare lontano dai suoi pargoli – Brooklyn, Romeo, Cruz e la piccola Harper – avuti dalla moglie, l’ex Spice Girls, Victoria.

La cosa, però, mal si coniuga con il suo lavoro di calciatore che lo costringe a girovagare per il mondo, di squadra in squadra, moderni Ugo Foscolo dello sport, e a lunghe trasferte per le partite o per la formazione. Al calciatore sradicare continuamente la famiglia sembra una violenza inaudita e, quindi, preferisce soffrire stoicamente la mancanza in solitudine: “La famiglia è la cosa più importante. Non ci piace quando ci trasferiamo e non ci piace destabilizzare i bambini” ha raccontato, intervistato da Ok Magazine. Che tenerezza. E chi se l’aspettava da uno come Beckham, noto alle vecchie glorie del giornalismo di gossip per le sue vere o presunte scappatelle extraconiugali? Lo diciamo noi che è pieno di malelingue solo invidiose della felicità altrui.

Come padre, il periodo di Milano è stato il più duro da quando ho i miei ragazzi. Venivano a trovarmi ogni due mesi e stavano con me una settimana. Ma non sopportavo di stare lontano da loro anche solo per un’ora, figuriamoci tutto quel tempo” prosegue poi il calciatore. Un uomo tutto d’un pezzo, quindi, con valori e principi saldi che ha voluto e vuole crescere ed educare i suoi bambini all’etica dell’impegno: “I ragazzi sono competitivi. Vogliono impegnarsi in qualcosa e vogliono vincere. Sanno che cosa sono i valori. E’ il modo in cui li abbiamo cresciuti fino ad oggi e questo è il modo in cui continueremo a crescerli”. Non vorreste averlo anche voi un padre così? No, forse, meglio un marito così…

Pinella PETRONIO